Femminicidi, record di vittime: nel 2018 un omicidio ogni 72 ore

Femminicidi, record di vittime: nel 2018 un omicidio ogni 72 ore
Sabato 23 Novembre 2019, 08:17 - Ultimo agg. 12:32
4 Minuti di Lettura

Ogni femminicidio fa tante vittime. L'eredità di ogni madre assassinata, di ogni donna uccisa da un uomo è un incubo senza fine. La mamma non c'è più. L'ha uccisa il papà. E il papà adesso è in galera. Tanti bambini senza più famiglia, orfani dei femminicidi e vittime anche loro, spesso dimenticate. Affidati alle cure di zii o nonni, di altre famiglie che eroicamente se ne prendono cura.

E vittime sono anche e i genitori e i fratelli di queste donne uccise, condannati a inseguire risarcimenti che non arrivano e la giustizia che non può risarcire quello che si è perduto. Vittime per sempre anche le ragazze e le donne violentate, condannate alla paura. Tante e tante vittime che saranno ricordate lunedì nella giornata internazionale contro la violenza alle donne. Oggi un corteo a Roma del movimento Non una di meno sfilerà da piazza della Repubblica a San Giovanni: «Contro la vostra violenza, la nostra rivolta!».


Giada, stuprata la notte di Natale: «Vivo nella paura, lui ora ha una famiglia»

Barbara Cicioni assassinata dal marito: lo Stato toglie la casa ai figli

La mamma di Federica De Luca, uccisa dal marito: «Ho perso figlia e nipote, ma nessuno paga»

I DATI È un fenomeno duro a morire, anche se gli ultimi dati, nel biennio 2018-2019, dicono che la violenza sulle donne sembra in diminuzione: calano del 16,7% le violenze sessuali (nel 2017 erano in aumento del +14%) del 2,9% i maltrattamenti in famiglia, del 12,2% gli atti persecutori. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere del prossimo 25 novembre, la Direzione centrale Anticrimine, attraverso la pubblicazione «Questo non è amore 2019», fa il punto della situazione sul fenomeno. «Cosa si aspetta una donna, vittima di violenza di genere, dalla polizia?», chiede il prefetto Franco Gabrielli. «Sicuramente protezione e indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo. Una donna che è vittima di violenza si sente sola, prova vergogna, ha paura di ritorsioni, si crede colpevole. Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, consapevole che il più delle volte l'aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi. Non basta applicare la legge, è necessario assicurare alla donna accoglienza, informazioni e il sostegno necessario». Rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 diminuisce del 4% il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38 % al 34 %. In questo quadro, il femminicidio fa registrare un aumento percentuale: si passa dal 37% di femminicidi sul totale delle vittime di sesso femminile del 2018, al 49 % nel periodo gennaio- agosto 2019. Secondo il rapporto Eures, il 2018 è stato un anno record per quanto riguarda i femminicidi: una donna uccisa ogni 72 ore.

GLI AUTORI Il 67% di queste vittime è straniero. Nel 61% dei casi l'autore è il partner e l'arma da taglio è la più utilizzata. Confortanti appaiono i dati del Protocollo Eva che nel biennio 2018-2019 hanno registrato più di 9.550 interventi, consentendo negli ultimi 12 mesi di arrestare 106 autori di violenze domestiche e di adottare 76 provvedimenti di allontanamenti dalla casa familiare. Lo scorso agosto è entrato in vigore il Codice rosso che prevede percorsi più veloci per i reati di violenza. Ma è la mentalità che deve cambiare. Francesco Messina, direttore del Dac chiarisce che «solo 60 anni fa (1956) la Corte di Cassazione decideva che al marito non spettava lo jus corrigendi nei confronti della moglie e dei figli, ossia il potere educativo e correttivo del padre di famiglia.

Estirpare le radici delle asimmetrie tra i sessi e, di conseguenza, la violenza di genere incontra ancora molte resistenze. La legislazione più evoluta, pur predisponendo una serie di strumenti di intervento preventivo e repressivo efficaci non può da sola superare la persistenza di comportamenti conseguenti ad una cultura di sopraffazione di genere».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA