Uccide l'amante incinta, la moglie: «Una giornata di follia, chiedo scusa ma non lo abbandono»

Uccide l'amante incinta, la moglie: «Una giornata di follia, chiedo scusa ma non lo abbandono»
Uccide l'amante incinta, la moglie: «Una giornata di follia, chiedo scusa ma non lo abbandono»
Mercoledì 27 Novembre 2019, 14:47 - Ultimo agg. 16:03
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«Un mostro, un orco, come lo hanno definito in tutte le maniere possibili immaginabili, in perché quella giornata lo è stato, non lo nego, è stato tutto questo. Però nella sua passata vita, nei suoi diciotto anni con me non lo era». Sono le parole rilasciate a News Mediaset di Maria Cagnina, la moglie di Antonino Borgia, l'uomo che ha ucciso a coltellate e bastonate l'amante incinta Ana Maria Lacramioara Di Piazza a Partinico, in provincia di Palermo. L'autopsia ha confermato la gravidanza della giovane donna di 30 anni. Era quasi al quarto mese di gravidanza e aspettava un maschietto. Inoltre, il medico legale ha appurato che la donna è stata colpita da almeno dieci coltellate, quello fatala alla gola. Il suo assassino è in carcere come deciso dal gip del Tribunale di Palermo che ieri sera ha rigettato la convalida del fermo ma ha emesso la misura cautelare. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e del sostituto Chiara Capoluongo e condotta dai Carabinieri.

Palermo, sgozzata dall'amante: aspettava un figlio. «Dopo le coltellate, le bastonate»
 




«Una giornata di follia, non la so spiegare diversamente. In quella giornata non era lui», ha aggiunto la donna. Il marito nei giorni precedenti all'omicidio appariva schivo e silenzioso. «Io mi pento di non aver insistito di più perché sarei riuscita a farlo parlare e avremmo risolto in un modo o nell'altro, tutto questo non sarebbe successo», dice ancora Maria Cagnina. 

La donna poi spera che i suoi figli non siano vittime di ciò che ha compiuto il padre. Ma nonostante ciò non intende abbandonarlo. «Mi potete criticare, potete dire tutto quello che volete, ma lui è il padre dei miei figli e non rimarrà solo - aggiunge - mio marito non sarà abbandonato. Ha sbagliato, pagherà. Io non ho colpa di quello che è successo - conclude - chiedo scusa a lei, al bambino e a tutto il mondo per quello che ha fatto mio marito, non è giustificabile»



Nel corso dell'interrogatorio, l'indagato si è detto «pentito». Borgia, che aveva una relazione con la donna da circa un anno, ha confessato l'omicidio dopo un lungo interrogatorio. Nella sua versione dei fatti continua a ripetere che la vittima lo ricattava, che voleva rivelare alla moglie la loro storia. Una versione che viene contestata dalle amiche di Ana. Secondo Borgia, l'amante gli avrebbe rivelato di aspettare un figlio da lui, minacciando di rivelare la circostanza alla compagna dell'uomo.

«La strada dove è passato il furgone e dove Ana ha tentato la fuga era molto trafficata in quelle ore della mattina - ha detto il comandante della compagnia di Partinico Marco Pisano che ha condotto le indagini - Abbiamo ricevuto una sola telefonata di una donna che si trovava a passare in quel tratto di strada. Donna che non era del comprensorio. Noi ci aspettavamo molte più telefonate ed invece ne è arrivata una sola».

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