Piazza Mercato colma di rifiuti, appello al cardinale Sepe: «Intervenga su Asia»

Cumuli di rifiuti a piazza Mercato
Cumuli di rifiuti a piazza Mercato
di Antonio Folle
Giovedì 28 Novembre 2019, 14:40 - Ultimo agg. 15:17
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Piazza Mercato e piazza del Carmine, come ormai quasi tutta la città, affogano tra i rifiuti. Grossi cumuli che giacciono in strada da giorni e hanno assunto proporzioni decisamente preoccupanti. All'ombra del maxicantiere di piazza Mercato in alcuni punti è impossibile anche solo affrontare i marciapiedi a causa dei cassonetti stracolmi. Ancora più difficile la situazione di piazza del Carmine, dove i cassonetti per la raccolta differenziata non vengono più svuotati e "vomitano" sulla strada - e sui grandi materassi abbandonati da qualche incivile - il loro contenuto.
 

 

Il cattivo odore che proviene dai grossi cumuli di immondizia è indescrivibile e attira ogni giorno un gran numero di ratti che "pascolano" tranquillamente tra i sacchetti abbandonati alla rinfusa e che offrono un orribile spettacolo anche agli occhi dei tanti turisti che arrivano qui per ammirare i luoghi dove fu giustiziato il giovane Corradino di Svevia o dove Masaniello arringava la folla contro il malgoverno del duca D'Arcos.

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Nemmeno il cambio al timone di Asìa è riuscito a risollevare l'azienda partecipata del Comune dalle sue arcinote difficoltà. Nelle scorse ore il primo cittadino avrebbe già consegnato un ultimatum alla dirigenza: via i cumuli entro sette giorni. La speranza del sindaco de Magistris è di vedere Napoli ripulita prima dell'Immacolata e del periodo natalizio che coincidono quasi sempre con il picco di presenze turistiche in città. 

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Anche a piazza Mercato, nonostante le difficoltà legate alla presenza del cantiere-mostro - i lavori dovrebbero concludersi a marzo 2020, salvo ulteriori imprevisti - si sta facendo qualche timido passo nella direzione del turismo. Ma gli sforzi di bed and breakfast che stanno nascendo in zona sono quotidianamente mortificati da un abbandono che i residenti e i commercianti hanno denunciato più volte. Sia piazza Mercato che piazza del Carmine sono entrate a pieno titolo nel novero delle "periferie del centro", zone della città centrali dal punto di vista storico e geografico ma trattate, per una visione forse troppo "lungomarecentrica" dell'amministrazione arancione targata Luigi de Magistris, alla stregua di una qualsiasi periferia. L'antico splendore delle due piazze "gemelle", separate dal palazzo Ottieri, è solo un ricordo sbiadito.

Un nuovo blocco degli Stir sarebbe alla base del conseguente blocco del sistema di raccolta dei rifiuti. Ma probabilmente - Stir a parte - la falla sta tutta nel ciclo integrato dei rifiuti che a Napoli non è mai decollato. Sono in molti, infatti, a chiedersi a che serve la corsa alle alte percentuali di raccolta differenziata - comunque ancora ben lontane dal 70% promesso dal primo de Magistris - se a Napoli non esiste alcun impianto di compostaggio dedicato al trattamento della frazione umida. 


Nelle scorse ore il cardinale Crescenzio Sepe aveva rivolto un accorato appello al Comune e ad Asìa per la pulizia di via Duomo, invasa da mesi da tonnellate di rifiuti. L'intervento di Sepe sembra aver colto nel segno visto che, stando al frenetico attivismo dimostrato su quel delicato fronte da Maria De Marco, la situazione rifiuti, almeno a via Duomo, è rientrata nel margine delle "normali" difficoltà che si registrano in città. Da piazza Mercato si è levato un appello rivolto proprio al cardinale Sepe.

«Visto che subito dopo l'intervento del cardinale a via Duomo le cose sono migliorate - ha affermato il consigliere della II Municipalità Ciro Cinquegrana - ci auguriamo che Sepe al più presto possa rivolgere un appello anche per piazza Mercato e piazza del Carmine. Siamo in questa triste condizione da settimane, con rifiuti e topi che hanno invaso le strade. Ci sentiamo trattati come cittadini di serie b e questo non è giusto. Queste due piazze - ha proseguito l'esponente del secondo parlamentino - sono a pieno titolo parte del centro storico Unesco e meritano di essere considerate come tali».

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