Lo Giudice è un esponente di vertice della cosca dei Carateddi legata al clan Cappello-Bonaccorsi che negli anni scorsi ha dato vita a una sanguinosa faida mafiosa contro Cosa nostra capeggiata dalla famiglia Santapaola-Ercolano. Secondo il suo legale «non ha manifestato intenzione di collaborare con la giustizia, ma vuole evitare che altri giovani commettano i suoi stessi gravissimi errori».
«Istruitevi, aprite gli occhi e lasciate perdere i falsi miti», scrive nella missiva Lo Giudice che invita invece a «dare il giusto valore alla vita» perché poi, osserva, «sarà troppo tardi» e «le sofferenze resteranno soltanto a voi e alle vostre famiglie». «Ho visto tanti bravi ragazzi - aggiunge - perdersi senza capirne la motivazione e sono certo che se potessero tornare indietro non rifarebbero più gli stessi errori».
Quindi, sottolinea, «abbiate la forza di dare una svolta alla vostre vite e non date adito alle millanterie dei quartieri perché prive di fondamento e fine a se stesse». «Io ho perso la vita, la mia bella gioventù, l'amore dei miei figli e delle persone che mi amano veramente - conclude Lo Giudice - se avrò la possibilità mi godrò i miei nipotini, altrimenti accetterò di morire in carcere come la Giustizia ha deciso, ma vorrei essere curato e scontare la mia pena con la mia dignità, senza avere problemi».