Napoli allo sbando, le tristi comparse
degli undici leoni di Anfield

Napoli allo sbando, le tristi comparse degli undici leoni di Anfield
di Francesco De Luca
Lunedì 2 Dicembre 2019, 00:00 - Ultimo agg. 12:08
3 Minuti di Lettura
Gli eroi di Liverpool sono durati una notte. Riviste al San Paolo le loro controfigure, le comparse che allungano i tormenti del Napoli, sconfitto dal Bologna che nelle ultime 4 partite aveva conquistato un punto. Nella ripresa è stato cancellato il vantaggio di Llorente dai gol di Olsen (entrato da 13’ in campo) e Sansone, che in partenza aveva dato una spinta a Maksimovic, non rilevata dall’arbitro Pasqua, che al 94’ ha poi ricevuto dal Var l’indicazione di annullare il 2-2 dello spagnolo per fuorigioco. Questa è stata la terza rimonta subita dal Napoli in otto giorni. Vinceva contro Milan, Liverpool e Bologna: ha pareggiato con le prime due in trasferta e ha perso contro la terza in casa. La squadra non sa piazzare il colpo del ko, non ha concentrazione e ha limiti atletici. È soprattutto priva di personalità.
 
 

Su questa sconfitta hanno inciso i tanti, troppi, errori nuovamente commessi. Anfield è stata un’illusione. Si credeva che la trasferta di Champions rappresentasse l’inizio di un nuovo ciclo e invece gli azzurri sono clamorosamente caduti al San Paolo, in una partita impostata da Ancelotti con il 4-3-3: perché cambiare improvvisamente modulo, facendo scivolare tra le riserve Mertens (entrato nella ripresa) e Callejon, alla seconda panchina consecutiva? Forse per favorire Insigne, peraltro il più brillante. Non ha funzionato la linea difensiva con 4 marcatori: il Bologna ha avuto mano libera nella ripresa perché sono calati di intensità i tre centrali e mancava l’uomo forte a centrocampo, l’infortunato Allan, unico incontrista. Il passo indietro rispetto a Liverpool è stato grave. Là c’era stata una prova tatticamente e caratterialmente quasi perfetta, il ritorno a casa (e sulla terra) è stato avvilente. Ancelotti - ancora una volta - non è riuscito ad essere valore aggiunto per il Napoli. 

LEGGI ANCHE Napoli-Bologna, rabbia e accuse sui social

La squadra era partita bene. Ispirato Insigne, ha costruito il gol di Llorente e ha cercato di segnare con ostinazione. Lozano è piaciuto per mezz’ora, poi si è spento: ha classe ma ridotta continuità. La difesa si è sgretolata appena il Bologna ha alzato il ritmo. Dopo il gol di Olsen vi è stata una confusa reazione, il numero dei tiri è salito fino a 20 ma il secondo gol, arrivato nel recupero, è stato cancellato per fuorigioco. E così gli azzurri sono stati fischiati da quella platea di 27mila tifosi presente al San Paolo.
 

De Laurentiis (assente: c’era il figlio vicepresidente, colto dalla tv mentre sbadigliava a metà primo tempo) aveva chiesto alla squadra di continuare sulla falsariga di Liverpool e magari avrebbe trattato sulle multe. Le multe resteranno, come il senso di inquietudine per queste insulse prestazioni che vanno avanti da settimane in campionato. Basta con la storia del passo differente tra Europa e Italia: è ingiustificabile. Ancelotti ha visto nuovamente la squadra sfuggirgli dalle mani, stavolta in campo: il 5 novembre, dopo la partita con il Salisburgo, lui era andato in ritiro e i giocatori a casa, segno di grave scollamento. Il tecnico lamenta un calo di attenzione e applicazione: e chi dovrebbe sollecitarla, se non lui? Ancora una volta il Napoli è stato carente sul piano del gioco e della personalità, lontano dalla compattezza ammirata a Liverpool. Ancelotti ha convocato la truppa oggi a Castel Volturno per un confronto serrato. Ha chiesto pubblicamente collaborazione ai giocatori, dividendo le responsabilità per il momento. «In campo vanno loro». Così li ha messi davanti a una catena di errori e a un atteggiamento di sufficienza. I veri confronti il Napoli, però, deve vincerli in campo, non negli spogliatoi. La squadra sta distruggendo il suo campionato. In quello degli “altri” si è registrato il sorpasso dell’Inter sulla Juve: che tristezza guardarle da quaggiù.
© RIPRODUZIONE RISERVATA