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Secondo altre fonti l'attacco sarebbe stato sferrato da una decina di uomini armati che hanno preso di mira anche il celebrante, oltre a diversi bambini presenti alla funzione. Subito dopo le forze di sicurezza hanno lanciato una caccia all'uomo per individuare i membri del commando, fuggiti in motocicletta. In Burkina Faso gli attacchi armati di matrice jihadista a luoghi di culto cristiani sono sempre più frequenti, e le forze di sicurezza stentano ad averne ragione per mancanza di uomini e mezzi.
Nella scorsa primavera i raid contro i cristiani sono stati quasi quotidiani: il 12 maggio sei persone tra cui un sacerdote, sono state uccise in una chiesa cattolica a Dablo, nel nord e il giorno dopo quattro cattolici sono stati uccisi durante una processione in una città vicina.
Il 26 maggio un altro attacco con 4 morti in una chiesa del nord. Poco prima, il 29 aprile, erano stati sei i morti nell'attacco ad una chiesa protestante. A metà marzo un parroco era stato rapito da individui armati. Il 15 febbraio don César Fernandez, missionario salesiano di origine spagnola, era stato ucciso nel centro del Paese. Uccisi anche diversi imam, in una spirale di violenza progressivamente intensificata da quattro anni a questa parte, spesso alimentata da milizie provenienti dai Paesi confinanti. Il 2019 è stato particolarmente violento, con un'ondata di attacchi terroristici e violenza settaria. La maggior parte degli attacchi in Burkina Faso è stata attribuita ai gruppi jihadisti militanti Ansar-ul-Islam e JNIM (Group in Support of Islam and Muslims). Vittime sacrificali, cristiani cattolici e protestanti.