Gite a Capri e altri favori, magistrato finisce sotto inchiesta

Gite a Capri e altri favori, magistrato finisce sotto inchiesta
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 5 Dicembre 2019, 00:00 - Ultimo agg. 17:40
4 Minuti di Lettura

Avrebbe ricevuto numerosi biglietti di viaggio, per sé e per i suoi congiunti, sulla rotta Napoli-Capri, in cambio della disponibilità a fornire informazioni in un’indagine a carico di un armatore napoletano. È questa l’ipotesi investigativa che ha spinto la Procura di Napoli ad iscrivere nel registro degli indagati il magistrato partenopeo Andrea Nocera, fino a qualche giorno fa capo dell’ufficio ispettorato del Ministero della giustizia. Accusato di corruzione, in un presunto scambio di favori (biglietti di viaggio per notizie segrete), Nocera ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni. Da ieri è tornato al Massimario della Cassazione, ufficio dal quale era stato selezionato un anno e mezzo fa, prima di accettare l’incarico in forza al Ministero di Bonafede.

Una scelta di stile, che nasce dalla decisione della Procura di Napoli di trasmettere al Ministero di via Arenula (e all’ufficio della Procura generale della Cassazione) la notizia dell’inchiesta a carico dello stesso Nocera. Una vicenda che fa registrare una svolta imprevedibile, nel corso delle indagini a carico dell’armatore sorrentino Salvatore Di Leva, socio di Salvatore Lauro, in quanto amministratore della società Alilauro Gruson. Giovedì scorso, Di Leva è stato interrogato a Napoli dai pm della Procura partenopea, ma anche dal procuratore aggiunto romano Paolo Ielo e dalla collega pm della Capitale Lia Affinati. E il colpo di scena è arrivato al termine di questo interrogatorio, quando la Procura di Napoli ha sequestrato il cellulare di Salvatore Di Leva (un telefono nei mesi scorsi colpito dal virus trojan), per compiere ulteriori verifiche sui contatti più recenti potenzialmente utili alle indagini. Ed è proprio dal decreto di perquisizione notificato a Di Leva, che spuntano i nomi di Salvatore Lauro e dello stesso Andrea Nocera, in questo nuovo filone che ipotizza per tutti e tre il concorso in corruzione. Ma prima di esplorare le accuse a carico dell’ormai ex capo dell’ufficio ispettorato, conviene soffermarsi su quanto avvenuto giovedì scorso nell’interrogatorio di Di Leva. Ad ascoltare la versione di Salvatore Di Leva, c’erano anche i pm romani, titolari delle indagini su un magistrato tuttora in servizio nel distretto di Corte di appello di Napoli. 

LEGGI ANCHE Napoli, arrestato noto commercialista: svuotava i patrimoni di società insolventi prima del crac

Ma torniamo alla vicenda dell’ex capo degli 007 di via Arenula. Al centro dell’inchiesta un incontro che sarebbe avvenuto alla fine dello scorso aprile nel cantiere navale di Di Leva, al quale avrebbero preso parte anche Salvatore Lauro, il commercialista del gruppo Alessandro Gelormini (finito in cella un paio di mesi fa in un’altra vicenda di corruzione, a dispetto dei suoi ottanta anni), e lo stesso Andrea Nocera. Un incontro captato in tempo reale, grazie al trojan inoculato nel cellulare di Di Leva, dal quale sarebbero emersi elementi che hanno spinto la Procura di Napoli ad una accelerata. Ma in cosa consistono le accuse a carico dell’ex capo degli ispettori? Inchiesta condotta dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, dal capo del pool mani pulite Giuseppe Lucantonio, ma anche dal pm anticamorra Giuseppe Cimmarotta (che sta indagando su presunte opacità nell’assegnazione delle zone demaniali a Castellammare di Stabia), e dal pm Henry John Woodcock, a sua volta in forza al pool mani pulite a Napoli.

LEGGI ANCHE Castello Aragonese e ville di lusso: sigilli al tesoro dei furbetti del fisco

Chiaro lo schema investigativo: Nocera avrebbe ricevuto per sé e per i suoi congiunti numerosi biglietti e tessere gratis per gli aliscafi del gruppo Alilauro, in particolare per andata e ritorno tra Napoli e Capri. E non è tutto. Avrebbe ottenuto in omaggio anche la manutenzione e il rimessaggio di un gommone, sempre a titolo di presunta contropartita per il suo ruolo di magistrato. Ed è questo il punto su cui vertono le indagini, lo snodo problematico dell’inchiesta. Inevitabili alcune domande: possibile che un magistrato in carriera del calibro di Andrea Nocera decida di vendere la propria integrità di magistrato per poche centinaia di euro? E cosa avrebbe offerto in cambio agli armatori? Stando a quanto emerso finora, in ballo ci sarebbe stata l’esigenza di ottenere notizie utili a favorire gli interessi dell’armatore Salvatore Lauro, a sua volta coinvolto in una indagine del pm Raimondi, in relazione a questioni societarie interne al gruppo. Al momento però non risultano in modo concreto soffiate da parte di Nocera al duo Di Leva e Lauro. Stando a quanto trapelato finora da parte di persone vicine al magistrato, c’è la convinzione di poter allontanare ogni dubbio sulla propria condotta in questa storia. Agli atti ci sono tante ore di conversazioni captate dal cellulare di Di Leva (da aprile allo scorso settembre), ma anche quanto verrà trascritto dagli interrogatori di Di Leva e dello stesso commercialista Alessandro Gelormini. Trema un intero mondo di relazioni, uno spaccato di amicizie che ruotava attorno ai cantieri di Di Leva, a qualche omaggio di troppo, alle gite in barca o alle tessere gratis per una vacanza a Capri in favore di questo o quel magistrato. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA