Napoli, le suore dei bambini di piazza Sant'Eligio sfrattate dal Comune

Napoli, le suore dei bambini di piazza Sant'Eligio sfrattate dal Comune
di Paolo Barbuto
Giovedì 12 Dicembre 2019, 22:53 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 08:27
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Hanno visi dolci, nonostante lo sguardo attonito e addolorato, le suore ferme sulla porticina di ferro al secondo piano di Sant’Eligio al Mercato: cosa farete ora che il Comune vi ha sfrattato? Le religiose si guardano spaesate: «Di che sta parlando? Non sappiamo nulla... cosa sta succedendo? Veramente vogliono mandarci via?». 
Spiegare alle suore che c’è un documento del Comune di Napoli che impone lo sgombero entro un mese, è stato doloroso; mostrare loro la disposizione dirigenziale numero 43 del 9 dicembre che, in appena quattro pagine di burocratese puro, abbatte cent’anni di dedizione ai bambini del territorio, è stato difficile.

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La congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo è un’istituzione nella zona del Mercato. Fino a qualche anno fa le religiose accoglievano i bambini del rione con la formula del semiconvitto: dopo la scuola restavano lì tutta la giornata, facevano i compiti, giocavano, mangiavano qualcosa e tornavano a casa la sera per dormire. Il Comune versava una quota per ogni bimbo ma tratteneva una parte per pagare le utenze. Poi cinque anni fa i soldi del Comune sono finiti, ma le suore non si sono arrese: i bambini continuano ad andare da loro ogni pomeriggio, fanno i compiti e vengono coccolati, tornano a casa per cena ma tutto il resto è rimasto uguale, anche se il Comune non paga più.

Le suore occupano una modesta porzione del complesso di Sant’Eligio: una piccola zona dispensa al primo piano, la cucina, la cappella e le stanzette per le tre monache al terzo piano e un’area di accoglienza per i bimbi al secondo piano. Sant’Eligio apparteneva alle “Istituzioni Pubbliche di Assistenza e beneficenza”, poi passò al Comune di Napoli che acquisì anche l’accordo ufficiale del 1957 che prevedeva la presenza delle suore.

Il resto è storia di burocrazia senza cuore e con pochi stimoli. Nel 2018 il “servizio Patrimonio” su sollecitazione dell’Avvocatura chiede al “servizio Welfare” di verificare cosa fanno le suore. Il servizio Welfare non produce nessuna documentazione, l’Avvocato generale nel 2019 scrive che “la Congregazione non svolge un’attività di oratorio ma di convitto con relative rette”. Le suore ieri hanno chiarito che di soldi non ne prendono, ogni bimbo porta due euro al mese per pagare la maestra che li aiuta nei compiti, questo è tutto, ma nessuno da parte del Comune ha chiesto loro di capire. E così la burocrazia ha fatto il suo corso.

Il nove di dicembre il dirigente dell’area patrimonio - Servizio Valorizzazione Sociale degli Spazi di Proprietà Comunale, Giovanni Paonessa, ha vergato la sua disposizione: «Ordine di sgombero finalizzato al recupero del bene di proprietà comunale occupato sine titulo, in danno della congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo. Diffida e messa in mora ai fini del pagamento delle somme dovute». Già, perché nel frattempo la burocrazia ha anche fatto due conti e ha deciso che le suore che si prendono cura dei bimbi del Mercato devono pagare almeno cinque anni di arretrati che il Comune adesso pretende con vigore: sono in tutto 148mila euro che, ovviamente, non bloccano l’ordine di sgombero e che dovranno essere versati comunque, anche quando le suore saranno state scacciate da Sant’Eligio.

Tutte queste notizie terribili, una in fila all’altra, sono state accolte con stupore e dolore da due delle tre suore che ieri mattina erano dentro le sale del secondo piano, quelle dove vengono accolti i bambini. Un po’ ascoltavano, un po’ badavano ai ragazzi: c’è in preparazione la recita di Natale e la sala adibita a teatro è un turbinare i prove generali per un “Natale in casa Cupiello” che potrebbe essere l’ultimo Natale delle suore Angeliche dentro Sant’Eligio.

La parte del documento che ha ferito maggiormente le monache è quella conclusiva, nella quale il dirigente del Comune «Avverte che in caso di inottemperanza anche parziale della presente ordinanza entro 30 giorni, senza ulteriore avviso lo sgombero sarà effettuato in modo coattivo».

Insomma, o le pericolose suore vanno via da sole oppure arriveranno le forze dell’ordine per procedere allo sgombero di quel luogo in cui da cent’anni i ragazzi trovano abbracci, coccole, consigli e qualche scapaccione quando non hanno voglia di studiare.

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