Brexit più vicina: cosa cambia per gli italiani, dai passaporti al lavoro

Brexit più vicina: cosa cambia per gli italiani, dai passaporti al lavoro
Brexit più vicina: cosa cambia per gli italiani, dai passaporti al lavoro
di Francesco Malfetano
Venerdì 13 Dicembre 2019, 00:34 - Ultimo agg. 07:14
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Alla fine Brexit sarà. E lo sarà soprattutto per i 3,5 milioni di expat europei che in questi anni «hanno considerato il Regno Unito come casa loro», come dichiarato Johnson, suscitando l’indignazione degli stranieri residenti sull’Isola. Tra loro, secondo gli ultimi dati, anche 700mila italiani che ora potrebbero vedere la propria vita cambiare. In realtà, nell’immediato c’è poco da temere. 

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LE TAPPE
Il 31 gennaio 2020 scatterà il periodo di transizione concordato con l’Unione Europea e, fino al 31 dicembre 2020, tutto resterà invariato - compreso il principio di libera circolazione delle persone, dei beni, dei capitali e dei servizi. Questa finestra di 365 giorni però, sarà utile per i cittadini Ue che vivono oltre Manica da più di 5 anni per chiedere il permesso di residenza permanente. Vale a dire il cosiddetto “settled status” che permetterebbe di restare a oltranza nel Regno Unito. Mentre, chi risiede nel Paese da meno di 5 anni potrà fare richiesta per il “pre-settled status” che sarà valido fino alla scadenza del lustro ma concede meno sicurezza.

La conversione non è automatica e il cittadino dovrà ripresentare la richiesta da zero con il rischio che questa venga rigettata. Un iter che fa sospettare che - per quanto le istituzioni abbiano già negato l’ipotesi - si stia limitando il numero di “settled status” concessi. In ogni caso, fino a questo momento, sono 2,4 milioni gli europei che hanno fatto domanda. Resta quindi almeno un milione di residenti non in regola e che potrebbe incappare nelle ire del Governo Johnson. L’esecutivo ha già annunciato una linea dura sull’immigrazione: «Se non saranno registrati entro questa data, si applicheranno loro le norme in materia di immigrazione» ha dichiarato il ministro aggiunto per la sicurezza, Brandon Lewis. E cioè saranno “indesiderabili” senza diritto di soggiorno per cui «perseguibili nel Paese e soggetti a misure di esecuzione, detenzione e deportazione».

Non saranno concesse deroghe se non in casi eccezionali come persone con gravi problemi mentali, fisici o di bambini i cui genitori non hanno seguito le procedure. Poila Brexit diventerà realtà. Dal primo gennaio 2021 i cittadini Ue saranno considerati come ogni altro cittadino non britannico: cesserà la libera circolazione. 

LA STRETTA
Non solo, entreranno in vigore le nuove norme per limitare gli ingressi di immigrati senza qualifiche o titoli di studio e far entrare solo persone che possono essere «utili» alla Gran Bretagna facendo lavori specializzati (medici ed ingegneri ad esempio). Così per restare oltre 3 mesi sull’Isola bisognerà dimostrare di avere un lavoro e sarà necessario un permesso. Tuttavia, pur ottenendolo, per 5 anni i “nuovi cittadini” non avranno diritto a ricevere sussidi statali e all’assistenza sanitaria gratuita del National Health Service (Nhs), anzi dovranno pagare una tassa a priori di 625 sterline a testa. Le nuove regole però limiteranno anche per i turisti. A loro sarà richiesto di ottenere online, con 3 giorni di anticipo rispetto alla data di partenza, un visto elettronico della durata massima di tre mesi che sarà concesso solo a chi ha un passaporto biometrico. 

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