Dopo 16 anni, arriverà anche il concorso per i docenti di religione cattolica: si terrà conto degli anni di insegnamento svolto e verrà riservato una quota di cattedre ai precari storici. «Con l’approvazione del decreto scuola, finalmente legge – ha commentato il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti - facciamo un passo in avanti per ridurre il precariato e far ripartire l’economia della conoscenza». Per tutti i neoassunti andrà in vigore il vincolo di 5 anni sulla stessa cattedra: le famiglie gioiscono, invocando la continuità didattica, ma i sindacati si scaldano perché vorrebbero che la norma rientrasse nella contrattazione collettiva.
Tra le misure ad hoc per i precari ci sono anche la trasformazione delle graduatorie di istituto in graduatorie provinciali, per dare più scelta negli incarichi ai supplenti; la possibilità per coloro che hanno già vinto un concorso o che sono iscritti nelle graduatorie a esaurimento di chiedere il ruolo in regioni diverse da quelle della propria graduatoria e la possibilità per i vincitori e gli idonei del concorso del 2016 di iscriversi anche nelle graduatorie di merito del concorso straordinario del 2018.
ADDETTI ALLE PULIZIE
Assunzioni anche per gli addetti alle pulizie: dal 2020 dovranno essere internalizzati anche gli operatori che lavorano nella scuola con ditte esterne, arriverà un bando per far rientrare tutti coloro che hanno almeno 5 anni di anzianità. Nelle università passa da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione scientifica per andare incontro ai tanti precari che fanno didattica in aula. «Potevamo fare meglio? Io credo che intanto abbiamo posato una pietra – ha spiegato il Sottosegretario all’Istruzione, Lucia Azzolina - questo decreto è un inizio, non un punto d’arrivo. Ora dobbiamo costruire una visione nuova di scuola: stabilità, innovazione sostenibile, inclusione, devono essere le nostre parole chiave». Tuona però l’opposizione e chi, come Mario Pittoni responsabile istruzione per la Lega, aveva contribuito alla stesura della prima bozza: «Il decreto scuola condanna i precari ‘storici’ all’emarginazione sociale avendo ormai raggiunto un’età in cui è estremamente difficile in Italia trovare occupazioni alternative: gioirà solo il mercato dei corsi e delle pubblicazioni preparatorie ai concorsi».