Napoli, 50 alberi caduti: manutenzione
anno zero, 40mila fusti a 8 impiegati

Napoli, 50 alberi caduti: manutenzione anno zero, 40mila fusti a 8 impiegati
di Luigi Roano
Domenica 22 Dicembre 2019, 23:30 - Ultimo agg. 23 Dicembre, 21:39
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«È un evento eccezionale» raccontano i comunali di Palazzo San Giacomo. Vero, però i cambiamenti climatici non sono certo una novità e il Comune è in prima linea su questo tema, eppure sul fronte della prevenzione il salto in avanti non è mai stato fatto. Cosa significa? I numeri rendono bene l’idea. Per la cura del verde orizzontale, vale a dire il patrimonio arboreo che ammonta a 40mila fusti (non esiste un censimento, non è mai stato fatto, questa è una stima probabilmente per difetto elaborata dai tecnici comunali) l’ufficio per il verde di Palazzo San Giacomo conta su un solo dirigente, 2 architetti per la progettazione dei parchi e 5 impiegati, in totale 8 «risorse». Ma quello che colpisce di più è che non ci sia nemmeno un agronomo o un giardiniere e nemmeno un operaio a disposizione in caso di necessità o emergenza. Ci si affida a ditte esterne e in qualche caso alla NapoliServizi. Questo lo stato dell’arte. Fermo restando che l’evento del vento che sta flagellando Napoli in queste ore è oggettivamente qualcosa che non si era mai visto, va anche detto che negli ultimi tre anni ci sono stati due morti colpiti da alberi. Se si va un po’ più indietro nel tempo, siamo nel 2013, si ricorderà invece la povera Cristina Alongi che morì schiacciata nella sua auto centrata in pieno da un grosso pino in via Aniello Falcone. 

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I NUMERI
L’emergenza alberi a Napoli - nella sostanza - è un fatto concreto da molto più di un lustro. E non bastassero gli uffici sguarniti perché la media di età degli impiegati è molto elevata - ben oltre i 60 - e la gente è andata in pensione, vengono meno anche le risorse finanziarie. Il Comune è in predissesto, ma appostare appena 400mila euro per il 2020 per il verde significa non avere ben chiara l’emergenza. A Palazzo San Giacomo ricordano che dalla Città metropolitana sono stati stanziati 15 milioni per rimettere in piedi il verde verticale. La cosa non tranquillizza, perché quei fondi serviranno a tamponare le emergenze con la manutenzione straordinaria. Quello che serve è avere una strategia e soldi per la manutenzione ordinaria. E secondo gli esperti a Napoli servirebbero tre milioni l’anno e rinfoltire i ranghi dell’organico con agronomi e giardinieri per essere sicuri di non essere colpiti da un albero mentre si passeggia. Il problema è che gli alberi che cadono non sono nemmeno marci, sono verdi, ma vecchi. Fusti che in condizioni normali sono sicuri, ma in casi di eventi straordinari sono destinati inevitabilmente a cadere. Quante ce ne sono a Napoli di queste alberature? Nessuno a Palazzo San Giacomo sa dare una risposta, mentre sono tutti certi che gli eventi climatici che oggi definiamo straordinari sono destinati a diventare ordinari. 
 

 

I PARCHI
Dal verde verticale a quello orizzontale - vale a dire i giardini e i parchi - la situazione non cambia. I parchi sono 11 e per avere un’idea di come la cura per queste strutture sia ridotta ai minimi termini basta pensare che per il Virgiliano - in questo periodo chiuso - c’è un solo giardiniere, per la Villa Comunale 4, al Parco del Poggio sempre 4 come per il Parco Troise, 2 per il San Gaetano Errico e zero per il De Filippo. Un manipolo di 20 persone che deve curare decine e decine di ettari di verde. Il Comune è consapevole di quello che è un autentico disastro e ha recentemente varato il regolamento per il Verde attraverso un tavolo al quale hanno partecipato decine di associazioni, imprenditori, privati e facoltosi cittadini che hanno la possibilità e soprattutto la voglia di prendersi in carico i parchi e i giardini di Napoli. Però questo regolamento deve passare per il Consiglio comunale ed è fermo in un cassetto di Palazzo San Giacomo. Del resto, al sindaco Luigi de Magistris servirebbe un miracolo per mettere assieme una maggioranza di 21 consiglieri e far passare il regolamento, quindi meglio non rischiare. L’ex pm vorrebbe mettere in campo invece l’opzione B, ovvero affidare a NapoliServizi il pacchetto del verde, sia quello verticale che orizzontale. Serve firmare un nuovo contratto di servizio che dovrebbe arrivare il mese prossimo, vedremo presto dunque se questa opzione si concretizzerà. 

LE POLEMICHE
Quanto sta accadendo in queste ore sta scatenando anche le forze politiche a iniziare da Gaetano Simeone, sulla carta nella maggioranza, nei comportamenti un po’ meno.
Oggi in Consiglio comunale promette battaglia. «In qualità di presidente della Commissione Infrastrutture, chiederò al sindaco quali siano stati gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, messi in atto dall’amministrazione, negli ultimi 6 mesi, per contrastare questi fenomeni metereologici che già da tempo stanno interessando il nostro territorio», annuncia Simeone.

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