Francesco II delle Due Sicilie, a 125 anni dalla morte arriva l'annuncio: «Al via la causa di beatificazione»

La cerimonia per la commemorazione di Francesco II
La cerimonia per la commemorazione di Francesco II
di Antonio Folle
Venerdì 27 Dicembre 2019, 22:02 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 12:04
4 Minuti di Lettura

125 anni fa si spegneva ad Arco di Trento, nell'allora Impero Austro-Ungarico, Francesco II delle Due Sicilie, l'ultimo sovrano della dinastia fondata da Carlo di Borbone. Nella chiesa di San Ferdinando a piazza Trieste e Trento si è tenuta oggi la ormai tradizionale messa in suffragio dell'ultimo sovrano borbonico. Un evento fortemente voluto dal Movimento Neoborbonico e dall'associazione culturale Il Giglio. Alla presenza di una folta delegazione dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio una suggestiva messa di rito Tridentino ha ricordato la figura eroica dell'ultimo re di Napoli che preferì abbandonare la sua capitale per non espora agli orrori della guerra che i garibaldini stavano portando nel regno.
 

 

I conquistatori non ebbero alcun riguardo per i sovrani della deposta dinastia. Garibaldi prima e i Savoia poi, spogliarono i Borbone di tutti i loro averi personali, subordinando la restituzione dei cospicui patrimoni alla rinuncia di ogni diritto sul regno delle Due Sicilie. Offerta che Francesco II, pur tra mille ristrettezze economiche, respinse sempre con sdegno. 

«Ricordare la figura di Francesco II è importante - ha dichiarato Gennaro de Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico - e non è, come qualcuno sostiene, semplice nostalgia per un passato che in nessun caso potrebbe ritornare. Eventi come questi non hanno lo scopo di spingere per la restaurazione dei Borbone sul trono di Napoli, ma vogliono ricordare ai napoletani e agli italiani chi era Francesco II e cosa è stato in grado di realizzare in pochi mesi e in una situazione estremamente complicata dal punto di vista politico. Francesco II - ha proseguito - è stato ingiustamente deriso e cancellato dai libri di storia. Oggi questa splendida figura di sovrano rappresenta per Napoli e per i napoletani un motivo di orgoglio e di appartenenza».
 

Dopo la caduta di Gaeta, dove gli ultimi sovrani Borbonici si erano asserragliati per un ultimo tentativo di resistenza contro l'invasione piemontese, arrivata senza alcuna dichiarazione di guerra, per Francesco II cominciò un ultratrentennale esilio che lo vide peregrinare in giro per l'Europa. Egli accettò le ristrettezze, le umiliazioni e le sofferenze - come la morte dell'unica figlia, la principessa Maria Cristina Pia - con rassegnazione, guadagnandosi l'appellativo di piccolo Giobbe dal Papa Pio IX che, per quasi dieci anni, lo aveva ospitato a Roma. 

L'Unità d'Italia si stava compiendo, e si stavano compiendo anche i destini di un uomo che, fino all'ultimo respiro - esalato il 27 dicembre 1894 nel freddo di una anonima località termale - aveva amato sinceramente il suo regno e il suo popolo. Solo nel 1984 le spoglie di Francesco, Maria Sofia e Maria Cristina Pia poterono tornare a Napoli e prendere posto nella basilica di Santa Chiara, pantheon dei sovrani borbonici. 

La celebrazione dei 125 anni dalla morte dell'ultimo re di Napoli è stata occasione per annunciare una notizia che molti aspettavano da anni. Don Luciano Rotolo, della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, ha avviato il delicato e complesso iter burocratico per la canonizzazione di Francesco II. L'incartamento arriverà tra pochi giorni nelle mani del Cardinale Crescenzio Sepe che, nelle prossime settimane, dovrebbe annunciare l'avvio delle pratiche necessarie alla canonizzazione. 

«Tutto sarà ufficiale quando il Cardinale Sepe firmerà l'incartamento che riceverà tra pochi giorni - ha spiegato Giuseppe Cerchia della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie - il tempo di spostare la pratica burocratica da Trento a Napoli. Il postulatore della causa di beatificazione è molto ottimista sull'esito e ne siamo estremamente felici. Francesco II è stato martoriato dalla storia, è passato per un re inetto e incapace di governare. Siamo sicuri che in questo modo sarà resa giustizia alla sua splendida figura di sovrano».

Una curiosità.
Quando Francesco II morì, nell'allora trentino asburgico, ormai da diversi anni nascondeva la sua identità dietro il falso nome di signor Fabiani. L'intera Trento apprese con vivo stupore e commozione che dietro quell'uomo mite, che andava a messa tutte le mattine, ed era sempre in primissima fila per ricevere la Comunione, si celava l'ultimo re di Napoli. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA