Allenamento in inverno, sì con il raffreddore ma no con la febbre

Allenamento in inverno, sì con il raffreddore ma no con la febbre
Domenica 12 Gennaio 2020, 01:11
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Tosse, raffreddore, febbre e un dilemma che si pone ogni inverno: fare o no attività fisica? La risposta è si in quasi tutti i casi, ad eccezione della febbre. A evidenziarlo è il dottor Jayson Loeffert, che si occupa di Medicina dello sport alla Penn State Health. Per l'esperto l'esercizio fisico con il raffreddore aumenta la frequenza cardiaca, fa pompare il cuore e favorisce un flusso sanguigno sano. Inoltre apre i polmoni e fa rilasciare endorfine. Tutto ciò può aiutare a sentirsi meglio. L'accortezza, però, se ci si sente più stanchi del normale, è magari ridimensionare l'allenamento fino a un livello che si può tollerare.

 
«Se si è davvero congestionati o con un respiro sibilante - spiega Loeffert - il consiglio è ridurre l'intensità». Grave affaticamento o tosse incontrollata sono segni che è tempo di riposare. Se si ha difficoltà a respirare facendo esercizi all'aperto si può optare per un allenamento a casa, e occorre fare attenzione al nuoto. In caso di congestione si può avere più difficoltà a respirare e il cloro in piscina può peggiorare il tutto. Anche in presenza di sintomi gastrointestinali meglio rinunciare alla corsa o altre attività scomode.

Per Loeffert, poi, in generale è essenziale non iniziare ad allenarsi proprio quando si è malati, perché non si avrebbe un metro di paragone per confrontare la risposta del proprio corpo.
Chi si allena in una palestra o in altri spazi condivisi deve ricordare di coprire sempre la bocca con il braccio in caso di tosse in modo da non indirizzare germi verso le mani. Qualsiasi attrezzatura va poi pulita con gel o salviettine igienizzanti dopo l'utilizzo. L'unico vero ostacolo che l'esperto pone è allenarsi con la febbre.
«L'esercizio fisico provoca naturalmente un aumento della temperatura corporea - conclude - quando si ha la febbre, la temperatura è già più alta del normale e l'allenamento può causare un ulteriore aumento della temperatura corporea a un livello non sicuro».
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