Il vicino di casa diventa stalker:
«Troppo rumore». Famiglia in fuga

Il vicino di casa diventa stalker: «Troppo rumore». Famiglia in fuga
di Viviana De Vita
Martedì 14 Gennaio 2020, 06:30 - Ultimo agg. 07:53
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Il rapporto con quel condomino era diventato difficilissimo: all’interno della propria abitazione non era nemmeno più libero di invitare amici a cena o di far giocare i propri figli perché il proprietario dell’appartamento sottostante lamentava disturbi e rumori e ogni occasione era buona per dare in escandescenza. Un incubo per una famiglia residente in uno stabile di Torrione alto, a Salerno, e che, dopo aver subito per sette lunghissimi anni le manie del condomino che non esitava a bussare alla porta dell’appartamento sovrastante il suo per lamentarsi, ha trascinato il vicino molesto in un’aula di tribunale con l’accusa di stalking. Il processo, uno dei tanti sullo stalking condominiale, è entrato nel vivo ieri davanti al giudice Valiante del tribunale cittadino con la deposizione dell’amministratore del condominio che ha ricostruito il clima di tensione che si viveva all’interno dello stabile, clima cristallizzato in una serie di circolari che tentavano di dirimere le questioni sempre più spinose tra i due condomini. 

Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche un amico della famiglia divenuta bersaglio dell’imputato che ha raccontato alcuni episodi registratisi quando, durante una cena, anche il rumore di una sedia avrebbe infastidito l’imputato che, con una scopa, avrebbe picchiettato sul soffitto per far capire al vicino che quella serata conviviale gli recava disturbo.

La vicenda ha inizio nel 2010 quando la presunta vittima, parte civile nel procedimento attraverso l’avvocato Gino Bove, si è trasferita con la propria famiglia in quello stabile della zona orientale dando inizio ad un lungo calvario poiché anche i normali atti di vita quotidiani sarebbero diventati un incubo. Tante e tali, le lamentele del condomine avrebbero spinto marito e moglie a cambiare le proprie abitudini di vita e, in particolare, a non invitare più ospiti presso il proprio domicilio e a condizionare i loro stessi bambini temendo che le normali esternazioni di gioia e i giochi in casa nei lunghi pomeriggi invernali, potessero arrecare disturbo all’uomo. 
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