Avellino, aste fallimentari: allarme Dda
dopo il rogo dell'auto di un testimone

Avellino, aste fallimentari: allarme Dda dopo il rogo dell'auto di un testimone
di Gianni Colucci
Martedì 14 Gennaio 2020, 08:48 - Ultimo agg. 11:59
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Scattano verifiche e controlli sul presunto attentato ai danni di un testimone del filone aste seguito dalla Dda di Napoli in Irpinia.
Si aggiunge un nuovo capitolo all'inchiesta sulle aste truccate al tribunale di Avellino. Le verifiche riguardano l'ipotesi di un attentato intimidatorio ai danni di uno dei testimoni che hanno raccontato i retroscena nella gestione delle aste giudiziarie, con annessi rapporto col clan Partenio 2.0, ai magistrati dell'Antimafia. Gli inquirenti stanno lavorando su questo filone dopo alcuni episodi sospetti avvenuti dell'hinterland di Avellino. In particolare, l'incendio di un' autovettura che potrebbe essere in uso o di proprietà di una delle persone ascoltate nelle scorse settimane a sommarie informazioni dal procuratore della Dda di Napoli Henry John Woodcock.
L'auto, un'utilitaria, è stata data alle fiamme sotto casa della persona che convive con il testimone preso di mira. Stanno cercando riscontri su questo episodio i Carabinieri del comando provinciale di Avellino. Mancando la denuncia, e quindi i successivi e tempestivi riscontri di tipo scientifico sulla vettura danneggiata, risulta più difficile per gli inquirenti ricostruire l'esatta dinamica dell'episodio. Non è stato chiaro da subito, infatti, che si trattasse di un episodio intimidatorio.
Difficile anche comprendere, a questo punto, quale dei diversi testimoni che sono stati ascoltati dal magistrato fino ad oggi sia stato fatto segno di intimidazione. Sarà dunque necessario recuperare ogni elemento utile all'indagine ed effettuare nuovi controlli.
Tra le diverse persone che si sono recate presso il comando provinciale dei Carabinieri, diventato la base operativa le magistrati della Dda, ci sono imprenditori ma anche semplici cittadini esecutati che hanno raccontato agli investigatori le loro vicende presso il Tribunale di Avellino. Tutti fatti finiti negli atti dell'inchiesta e depositati in concomitanza con le udienze di Riesame. Sta ai magistrati valutare quanta parte di questi racconti sia utile a ricostruire lo scenario criminale, o comunque inquadrabile come attività di turbativa d'asta. Sono infatti questi filoni di indagine, unificati con l'inchiesta principale sul clan capeggiato dai Galdieri, che hanno fatto fare il salto di qualità ad un'inchiesta sulla presenza di un'organizzazione criminale in città, dopo gli episodi violenti di settembre. Da allora si è aperto un più ampio scenario di condizionamenti che coinvolgerebbe anche i cosiddetti colletti bianchi. Va infine detto che l'eventuale conferma di un'attività intimidatoria ai danni di testimoni proverebbe la continua e pressante attività di pezzi dell'organizzazione criminale che almeno per quanto riguarda i vertici è attualmente smantellata dalle ordinanze di custodia in carcere. Tutto ciò chiarirebbe dunque che il sistema continua ad essere attivo nel controllare il territorio con modalità proprie delle organizzazioni criminali. Una situazione connotata da una forte presenza di uomini del clan che con spregiudicatezza proseguono nelle attività vessatorie. Un tipico comportamento che mira a mettere in guardia il territorio con modalità proprie delle organizzazioni criminali con una forte presenza di soldati che proseguono nelle attività vessatorie. Messaggi in stile camorristico che mirano a mettere in guardia coloro che eventualmente volessero arricchire il quadro indiziario con nuove testimonianze presso la Dda.
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