Beatobox, live i cloni dei Beatles: ricerca maniacale per ricreare un'emozione

Beatobox, live i cloni dei Beatles: ricerca maniacale per ricreare un'emozione
Beatobox, live i cloni dei Beatles: ricerca maniacale per ricreare un'emozione
di Paolo Travisi
Mercoledì 15 Gennaio 2020, 08:25 - Ultimo agg. 09:25
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Come se fossero i Beatles 50 anni dopo. Più che un tributo nostalgia a John Lennon e soci, i quattro musicisti che compongono The Beatbox, suonando e cantando quelle hit senza tempo, intendono ricreare l'atmosfera dei live dei “Fab four”, attraverso una performance fedele, in cui nessun dettaglio è lasciato al caso. Il 10 febbraio, il quartetto composto da Marco Breglia, Jacopo Finazzo, Filippo Caretti e Federico Franchi, si esibirà al Teatro Olimpico in uno show che riporterà il pubblico negli anni Sessanta.

Filippo Caretti, lei nella band è Lennon, mi racconti le origini.
I Beatbox nascono una decina di anni fa, fondati da Mauro Sposito e Alfio Vitanza, che in un tour con i New Trolls, sentirono una band messicana che faceva il tributo ai Beatles e decisero d'investire nel progetto.

Ci sono molte tribute band, voi cosa avete di diverso?
Anzitutto lo facciamo di professione. Canzoni e arrangiamenti sono fedeli all'originale, anche i dialoghi durante il concerto sono in inglese, stiamo studiando il dialetto di Liverpool per essere più credibili.

In che modo cercate di essere fedeli ai Beatles?
Usiamo strumentazione d'epoca, i vestiti sono fatti su misura dalla stessa sartoria che li fece per il tour americano. C'è un'attenzione maniacale ad ogni aspetto ed una ricerca molto profonda.

Che tipo di studio avete fatto?
Abbiamo analizzato tutto il materiale disponibile online, le interviste, i pezzi di registrazione scartati. Abbiamo anche conosciuto la loro segretaria, Freda Kelly, cercando di estrapolare qualcosa di meno noto da inserire nei nostri concerti.

Fare un tributo, significa imitare o sognare di essere I Beatles?
Nessuna della due. I Beatles non ci sono più da 50 anni ed il nostro intento è ricreare una cosa che il pubblico non può più vedere, facendo rivivere le stesse emozioni.

Di voi hanno parlato anche Elio e le storie tese, grandi esperti musicali.
Non mi aspettavo che conoscessero così bene i Beatles, siamo loro fan e vederli nel pubblico è stata una grande emozione, quindi ora siamo fan reciproci.

Avete fatto tour in diversi paesi europei. Qual è il pezzo che scalda tutte le platee?
Senza dubbio Twist and shout, lo proponiamo a metà del concerto ed è la canzone più ballata, dove la gente si alza in piedi e c'è addirittura qualcuno che si strappa i capelli.

Perché ancora oggi ci sono tanti appassionati verso una band che si è sciolta 50 anni fa?
Non passeranno mai di moda perché hanno trasformato la musica, dalle tecniche di registrazione a quelle di composizione, hanno sperimentato suoni e preso il rock di Elvis e trasformato nella popular music. I Beatles hanno saputo collegare tutto.

McCartney sa della vostra grande passione per la loro musica?
Non lo abbiamo mai conosciuto, visto tante volte nei live, e mai contattato. Credo però che McCartney guardi ogni tanto su youtube i video che li riguardano, forse potrebbero averci visto.

Beatbox live 10 febbraio ore 21, Teatro Olimpico, Piazza Gentile da Fabriano 17, ROMA Info & Biglietti 063265991
Biglietti : teatroolimpico.it oppure su www.ticketone.it




 
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