«Chi ha paura del buio», i tre giovani astrofisici che spopolano sui social

Il giovane astrofisico Matteo Miluzio
Il giovane astrofisico Matteo Miluzio
di Enzo Vitale
Martedì 14 Gennaio 2020, 22:49 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 14:10
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E' un terzetto ben assortito. Sono in tre, i tre moschettieri dell'Astronomia. Al posto delle spade usano telescopi, radiotelescopi e altri strumenti adatti a studiare l'Universo e i suoi misteri.
Matteo Miluzio, Filippo Bonaventura classe 1982 e  Lorenzo Colombo (1991), sono i tre giovani astrofisici che spopolano nel web.
Sui social il loro profilo, Chi ha paura del buio,  è seguitissimo. Quasi come i programmi di Piero e Alberto Angela. In particolare giovani, ma anche persone di una certa età, scienziati compresi. Il trio è apprezzato per professionalità , completezza ma anche per la chiarezza che usa nel descrivere i fenomeni del Cosmo.

CHI SONO
Lorenzo è astrofisico, sta completando il dottorato in Astronomia e sta frequentando il master in Comunicazione della Scienza al Sissa di Trieste. Anche Filippo è  astrofisico con master in Comunicazione della Scienza. Attualmente si occupa di editoria scolastica. Infine Matteo, altro astrofisico che ora lavora presso la sede spagnola (nei pressi di Madrid) dell'Agenzia spaziale europea (Esa) per la missione spaziale Euclid. Ed è proprio lui che ci spiega quale potrebbe essere la probabile supenova, o meglio la nova, degli anni a venire.


(I tre amministratori del profilo "Chi ha paura del buio": Filippo Bonaventura, Matteo Miluzio e Lorenzo Colombo durante una trasmissione televisiva)

Allora Matteo ci dica quale sarà l'antagonista di Betelegeuse
«Forse non vivremo abbastanza per vedere esplodere Betelgeuse ma chi di noi arriverà integro intorno al 2080 potrebbe davvero vedere scoppiare un’altra stella nel cielo!»

Di quale stella si tratta?
«Si tratta di V Sagittae nella Freccia, una costellazione che si trova nei pressi di Altair, l'astro più brillante della costellazione dell'Aquila. Tempo fa, un gruppo di astronomi, studiando una variabile cataclismica chiamata appunto V Sagittae, ha prodotto perfino una data possibile per la sua possibile fine: anno 2083, ma con una forbice più probabile tra il 2067 ed il 2099. ma servono ancora ulteriori dati per confermare quelle che fino ad ora sono solo ipotesi. (Il lavoro è stato presentato dal 4 all'8 gennaio
al 235th meeting of the American Astronomical Society)».

Ce la descriva questa stella, anzi queste stelle così particolari
«V Sagittae è un oggetto molto particolare, attualmente quasi invisibile nel cielo: una coppia di stelle costitutita da una stella ordinaria quasi 4 volte più massiccia del Sole ed una nana bianca».

E quindi cosa hanno di così particolare?
«Fin qui tutto ok, ma come succede in molte coppie uno dei due partner sta divorando l'anima dell'altro. La nana bianca, ormai “vicina” a spegnersi, cerca di trovare le ultime energie per sopravvivere: succhia materia dalla stella compagna, ed ogni tanto origina un violentissimo vento stellare che fa brillare molto più del normale questo sistema stellare nel cielo, per poi tornare alla sua anonima invisibilità. Da qui il nome di variabile cataclismica».


(Un incontro al Politecnico di Torino con i giovani scienziati di Chi ha paura del buio
Anche in questa occasione l'incontro è stato sold out: sala sempre gremita)

Quindi, a volte, già appare più luminosa nel cielo notturno?
«La "nuova" stella brillante che appare nel cielo per brevi periodi prende il nome di "nova": evviva la fantasia di noi astronomi. Di variabili cataclismiche ce ne sono a bizzeffe nella nostra Galassia: oltre un milione. Naturalmente è osservabile solo con sofisticati telescopi».

Ne è stata avvista qualcun'altra?
«L'ultima visibile ad occhio nudo come nova fu circa un secolo fa. Ma mentre nelle normali variabili cataclismiche la nana bianca è accompagnata da una stella in genere più piccola qui è il contrario».

Ci può descrivere cosa potrebbe accadere in quel lasso di tempo compreso tra il 2067 e il 2099?
«Cerco di essere più chiaro possibile: accadrà che la caduta di materiale sarà più massiccia e violenta. Dagli studi condotti fino ad ora sembra che la luminosità di tale sistema sia raddoppiata nell'ultimo secolo a causa del materiale della stella più grande che cade in quantità sempre maggiori sulla nana bianca. Il destino è segnato: tutta la massa della stella più massiccia cadrà letteralmente sulla nana bianca e genererà una esplosione immane, una "nova" che risulterà visibile qui sulla Terra come un bagliore più splendente di qualsiasi stella che noi possiamo vedere oggi».

Ma possiamo stare tranquilli ? Ci rassicuri...
«Siamo abbastanza lontani, l'oggetto si trova a 1100 anni luce: significa che mentre la osserviamo e aspettiamo è in realtà già esplosa».

Insomma un'idea del cielo non proprio così sentimentale...
«Il sogno di ogni coppia è quello di avvicinarsi, abbracciarsi ed amarsi. Ma l'Universo non è un posto poi così romantico».

enzo.vitale@ilmessaggero.it
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