I soldi allungano la vita: per chi è ricco la vita in salute dura 9 anni in più

I soldi allungano la vita: per chi è ricco la vita in salute dura 9 anni in più
Giovedì 16 Gennaio 2020, 00:25
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Chi è ricco vive di più. Uno nuovo studio lo dimostra: chi ha potuto condurre un'esistenza senza pensieri dal punto di vista economico può aspettarsi di morire mediamente nove anni più tardi. La ricerca ha preso in esame i fattori economici e sociali che portano le persone anziane ad ammalarsi, analizzando per dieci anni circa 10 mila cittadini britannici e 14 mila statunitensi di età superiore ai 50 anni. Si è misurata in particolare l'aspettativa di vita in salute, cioè quanti anni si vivono mediamente senza essere affetti da disabilità né da patologie gravi. Il campione analizzato è stato diviso in gruppi sulla base del reddito e del patrimonio familiare. Quindi si sono confrontati i gruppi più facoltosi e quelli più indigenti: i 50 uomini con migliori condizioni economiche potevano contare su altri 31 anni di vita in buona salute, mentre quelli che rientravano nel gruppo dei più poveri potevano aspettarsi solo 22-23 anni. Risultati simili per le donne: 33 anni di salute per le ricche, circa 24 anni per le povere.

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A condurre il lavoro è stata un'italiana: Paola Zaninotto, ricercatrice laureatasi alla Sapienza di Roma e oggi docente di epidemiologia allo University College di Londra. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Journal of Gerontology”. Spiega Zaninotto: «Sappiamo che il miglioramento della qualità e della quantità di anni che ogni individuo può aspettarsi di vivere dipende dalla spesa pubblica per la sanità, dal reddito, dalla cura degli anziani, dal tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Il nostro lavoro suggerisce ai legislatori e alle istituzioni che devono fare di più per ridurre le diseguaglianze nella salute».

I dati dicono, tra l'altro, che i bambini nati oggi sono destinati probabilmente a vivere in buona salute un numero minore di anni rispetto ai loro nonni, e per loro l'aspettativa di vita rischia di essere inferiore anche rispetto a quella dei ragazzi nati nel primo decennio del 2000.

 

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