Corso Novara, dopo l'intervento spot tornano i clochard

Dopo l’intervento-spot del Comune tornano i clochard al corso Novara
Dopo l’intervento-spot del Comune tornano i clochard al corso Novara
di Antonio Folle
Venerdì 17 Gennaio 2020, 16:38 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 06:34
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Lo scorso lunedì il Comune di Napoli, attraverso la pagina Facebook ufficiale del primo cittadino, annunciava gli interventi di sgombero dei clochard e di pulizia del corso Novara, una zona più volte segnalata dai cittadini per la presenza di un maxi accampamento di senza fissa dimora e per il terribile odore emanato dalle deiezioni lasciate a macerare al suolo. Dopo pochi giorni i senza fissa dimora - a cui sono stati semplicemente sottratti i materassi - sono tornati sul posto e hanno ripreso le loro "postazioni" a due passi dall'ingresso principale della stazione porta d'accesso della città. Uomini e donne di tutte le età accampati all'interno di grosse coperte e circondati dalle loro poverissime cose. Uno spettacolo indegno della terza città d'Italia e che la dice lunga sullo sbando del terzo settore a Napoli.

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In molti avevano sperato nell'intervento risolutivo del Comune di Napoli e della IV Municipalità. Purtroppo, però, si è trattato - come dimostrano i fatti - di un ennesimo intervento-spot servito a conquistare qualche articolo di giornale e qualche like sui social, ma non a risolvere definitivamente un problema, quello dei senza fissa dimora, in preoccupante espansione. Le strutture per l'accoglienza dei senza fissa dimora sono poche e i posti letto non bastano a coprire le esigenze di un popolo, quello degli invisibili, che necessita di tutto: dall'accoglienza ai pasti caldi, passando per le cure mediche e la fornitura di capi d'abbigliamento e luoghi dove potersi lavare. Il mondo dei volontari - che operano silenziosamente, creando un vero e proprio Welfare "parallelo" - riesce solo in parte a sopperire alle numerose carenze da parte delle istituzioni che continuano a ignorare, o a sottovalutare, la necessità di creare aree della città deputate all'accoglienza dei clochard. 

Dopo i roboanti post del sindaco de Magistris e di qualche consigliere della IV Municipalità, in molti, tra gli esasperati residenti, puntano il dito proprio contro Comune e Municipalità. «Abbiamo capito che la modestia non è un tratto tipico ne di palazzo San Giacomo ne della IV Municipalità - la rabbia di Adelaide Dario del Comitato Vasto-Nolana Progetto Napoli - abbiamo letto post di elogi e momenti di gloria sullo sgombero effettuato pochi giorni fa al corso Novara. Crediamo che sia arrivato il momento di dire basta agli elogi e ai plausi e di lavorare seriamente per dare una sistemazione a questi esseri umani accampati all'esterno della stazione centrale, ricordando che sono anzitutto esseri umani - conclude l'attivista - che hanno diritto a vivere in maniera dignitosa, al pari dei napoletani che reclamano di vivere in un quartiere pulito».
 

 

E proprio di accoglienza - o sarebbe più corretto parlare di mancata accoglienza - ha parlato la consigliera regionale Maria Muscarà che punta il dito contro i vertici di palazzo San Giacomo. «Sarei curiosa di conoscere la posizione del sindaco-ammiraglio di fronte a questo scempio - ha commentato l'esponente di palazzo Santa Lucia - che solo qualche mese fa solcava i mari con la sua flotta personale alla ricerca di migranti a cui dare assistenza. Al di là delle boutade del primo cittadino, c'è un tema serio che va affrontato seriamente, senza lanciare inutili slogan di accoglienza e solidarietà che non fanno altro che illudere quanti pensano di trovare a Napoli una città accogliente. Abbiamo seri problemi a gestire il fenomeno - prosegue - e questo chi governa il Comune non può non saperlo. In tante zone della città ci sono decine di immobili di proprietà comunale abbandonati - la proposta della consigliera regionale - si pensi a recuperarli e a destinarli all'accoglienza dei disperati che, in mancanza di altre possibilità, non possono fare altro che bivaccare in strada, con tutte le conseguenze che ne derivano per la loro salute e per la vivibilità della città».
 

Sul marciapiedi che ospita il bivacco improvvisato dei senza fissa dimora dovrebbe nascere - a data ancora da destinarsi - un enorme bar-pasticceria. Le gigantografie campeggiano in strada da diversi mesi e le immagini beffarde di croissant, sfogliatelle e tazze di caffè fumanti "guardano" quasi beffardamente i fagotti umani costretti a vivere tra le loro deiezioni, circondati da rifiuti, topi e piccioni. Qualcuno, proprio su una delle tante gigantografie, ha scritto: "La gente povera non si può permettere di comprare sfogliatelle. Possono permettersele le persone benestanti".

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