Kovacevic, Raul Bravo accusato di essere il mandante dell'agguato: «Ridicolo, mi trattano come un boss»

Kovacevic, Raul Bravo accusato di essere il mandante dell'agguato: «Ridicolo, mi trattano come un boss»
Kovacevic, Raul Bravo accusato di essere il mandante dell'agguato: «Ridicolo, mi trattano come un boss»
di Enrico Chillè
Lunedì 20 Gennaio 2020, 21:09 - Ultimo agg. 21:19
4 Minuti di Lettura

Vi ricordate di Raul Bravo? Quello che era un giovane difensore del Real Madrid dei 'Galacticos', sotto la gestione di Vicente Del Bosque, oggi riveste un doppio ruolo di giocatore e allenatore, ma il suo nome è associato a notizie che riguardano più la cronaca nera che lo sport. L'ultima vicenda che vede coinvolto il 38enne è ancora più grave delle accuse di partite truccate: secondo un portale serbo, infatti, sarebbe Raul Bravo il mandante dell'agguato di cui è stato vittima l'ex calciatore serbo Darko Kovacevic.

LEGGI ANCHE Darko Kovacevic, l'ex attaccante di Juve e Lazio ferito a colpi di pistola: ecco come sta



L'ex attaccante di Lazio e Juventus, oggi 46enne dirigente dell'Olympiakos, era stato ferito di striscio, meno di due settimane fa, da un colpo di pistola sparato da alcuni sconosciuti a volto coperto mentre usciva dalla sua casa di Atene. La vicenda aveva suscitato molto scalpore e in Serbia molti giornali avevano provato a fare delle inchieste sul caso. Qualcuno, però, è andato oltre: secondo il Telegraf, il mandante dell'agguato sarebbe proprio Raul Bravo, che con Kovacevic aveva giocato proprio nell'Olympiakos.

L'agguato ai danni di Darko Kovacevic, stando a quanto risulta dalle indagini degli inquirenti greci, sarebbe opera di sicari professionisti: gli aggressori erano a volto coperto, a bordo di un'auto rubata mesi fa a Salonicco ma con targa appartenente a un'altra vettura, poi si erano dati alla fuga per dare alle fiamme, a breve distanza, sia il veicolo che la pistola utilizzata per sparare all'ex centravanti.

Raul Bravo, suo malgrado, si è visto tirare in ballo dalla stampa serba e di certo non aveva bisogno di essere al centro di nuove accuse. L'ex difensore del Real Madrid, oggi giocatore-allenatore del Gandìa, il club della sua città natale, nei mesi scorsi era stato anche arrestato con l'accusa di essere uno degli organizzatori di un sistema che mirava a truccare le partite dei vari campionati professionistici spagnoli, per permettere di incassare ricche cifre con le scommesse clandestine.

Darko Kovacevic, dal canto suo, non ha mai tirato in ballo l'ex compagno di squadra. Raul Bravo ci tiene a precisarlo e, intervistato da una trasmissione televisiva spagnola, non le manda a dire: «Mi ha chiamato Darko, mi ha chiesto come sto e anche lui ha riso di tutto questo polverone mediatico. Siamo stati compagni di squadra e abbiamo diviso la stanza, abbiamo un ottimo rapporto. Tutta questa storia non sta in piedi, è una fiction da Netflix. Una rivista di gossip serba tira fuori questa bufala ed è normale restare sbigottiti».
 



Raul Bravo, poi, parla anche delle ripercussioni che la vicenda ha avuto sulla sua famiglia: «A casa hanno tutti un po' paura, ma io ero sicuro che Darko si sarebbe messo a ridere di fronte a queste invenzioni. Ci ha messo due giorni a chiamarmi, questa è l'unica cosa che posso rimproverargli. Io, comunque, sono tranquillo, perché nonostante tutto il fango che mi stanno gettando addosso in questi ultimi mesi, non ho bisogno di ripulire il mio nome: chi mi conosce bene sa che persona sono».

L'ex difensore del Real Madrid e della nazionale spagnola, che ha giocato da professionista per oltre venti anni, si lascia poi andare ad un lungo sfogo: «Ho la coscienza a posto e sono tranquillo: mi diverto ancora a giocare a calcio, faccio una vita sana e ho anche iniziato ad allenare.
Le accuse contro di me sono assurde: mi trattano come un boss, mettendomi al livello di Al Capone, Pablo Escobar o El Chapo. Questa è una follia, io dovrei voler uccidere una persona perché avrebbe qualche genere di informazione? Sono montature da film, non la realtà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA