Brexit, Londra prepara addio all'UE: Johnson parlerà alla nazione il 31 gennaio
Ordina un’auto nuova e nella fattura riceve la “sorpresa Brexit”
La firma della regina è attesa per domani e segnerà la fine di un dibattito durato circa tre anni, fra accese divisioni sia all'interno del palazzo di Westminster sia in seno al Paese.
Un dibattito attraversato da scontri aspri, dal cambiamento di governi nel Regno Unito, dal passaggio di consegne in casa Tory fra la premiership di Theresa May e quella di Boris Johnson e da due successive elezioni politiche anticipate - nel 2017 e nel dicembre scorso - dopo il risultato favorevole alla Brexit del referendum del giugno 2016. L'epilogo era ormai scontato sulla scia del successo conservatore alle urne del mese scorso, conquistato da Johnson all'insegna dello slogan «Get Brexit done» («Portiamo a compimento la Brexit»), che ha garantito al primo ministro in carica il sostegno di una larga maggioranza ai Comuni. «Siamo al termine di un lungo cammino, un risultato che qualcuno di noi aveva pensato non sarebbe mai arrivato», ha commentato con sollievo dopo l'atto finale della Camera alta lord Martin Callanan, viceministro per la Brexit. Il quale ha tuttavia cercato di rassicurare anche le opposizioni e le voci contrarie all'uscita dall'Ue: garantendo che il Parlamento avrà ampio spazio per «scrutinare i temi discussi» nell'ambito della legge quadro appena approvata (EU Withdrawal Agreement Bill) nei prossimi passaggi normativi riguardanti i molteplici e complessi aspetti del divorzio dall'Ue e del dopo Brexit nel Regno.