Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Segre e l'esigenza
della memoria

Liliana Segre in uno dei suoi tanti incontri con gli studenti
Liliana Segre in uno dei suoi tanti incontri con gli studenti
di Aldo Balestra
Giovedì 23 Gennaio 2020, 02:23 - Ultimo agg. 17:24
2 Minuti di Lettura
«Liliana Segre, addio scuole ma la testimonianza continua» (Ansa, 22.01.2020, ore 18.39)
***
E' stanca, come può esserlo una donna di 89 anni che ha vissuto l'orrore della Shoah, che per 45 anni - inorridita - ha taciuto prima di cominciare a «fare testimonianza». Così come, per i successivi sei lustri, ha poi continuato a fare ovunque la chiamassero, soprattutto nelle scuole.

Liliana Segre, oggi senatrice a vita, fu arrestata a Milano, deportata ad Auschwitz e miracolosamente scampata all'Olocausto, dal prossimo aprile non andrà più nelle aule scolastiche a raccontare l'inferno vissuto nel campo di sterminio nazista. «E' provata», ha spiegato il figlio. Ad aprile terrà l'ultima lezione, ad Arezzo, davanti ad un esercito di oltre quindicimila ragazzi. 

Che cosa raccontava questa donna, minuta epperò forte, quando incontrava i giovani? «Il mio corpo è stato prigioniero, ma la mia mente no - sottolineava -. Ho sempre pensato con la mia testa e così dovete essere anche voi, non come quelli che seguono quelli che gridano più forte. Pensate con la vostra testa».

Balsamo nutriente per ragazzi che hanno bisogno di valori in cui credere, in tempi incerti e di smarrimento come questi, dove le politiche del mondo appaiono così distanti dalle reali esigenze del genere umano. E quale miglior docente di chi, per quei valori, ha resistito, combattuto e sperato, fino alla ri-conquista? E pensare che nel tentativo di cancellare la memoria che trasmette, c'è chi ha minacciato di morte questa donna diventata simbolo mondiale, provocando il doloroso paradosso di costringere lo Stato a proteggerla, con una scorta. 

Ora Liliana Segre ha tutto il diritto di riposarsi, riflettere, riannodare i fili di un'esistenza complessa, dolorosa ma di speranza, condividendola con gli affetti più cari. Non disperdere il suo messaggio resta però dovere collettivo, il ricordo va coltivato e rinverdito, innanzitutto a scuola, nei luoghi del sapere, della formazione. Non è forse un caso che l'annuncio della nuova, «terza» vita della Segre giunga alla vigilia della "Giornata della memoria". Rigurgiti di pericolosi e deviati nazionalismi albergano un po' ovunque nel mondo, occorre non arretrare nella testimonianza, nella divulgazione.

Raccontare il male costa fatica, è doloroso, chiama a responsabilità. Ma serve. Il miglior gesto di riconoscenza all'impegno di questa donna, per una causa universale come quella della pace, è quello di non fermarsi. E non solo con gli slogan, in un mondo in cui le azioni di ciascuno sono poi volgarmente poco coerenti con quello che, talvolta,  si finge di predicare.
***
«L'ignoranza del male non preserva dal male» (Byron)
© RIPRODUZIONE RISERVATA