Coronavirus, in Italia negativi tutti i casi. Cina: 80 morti, 2.744 contagiati. Negli Usa il virus arriva a Los Angeles

Coronavirus, in Italia tutti negativi tutti i casi. Negli Usa il contagio arriva a Los Angeles
Coronavirus, in Italia tutti negativi tutti i casi. Negli Usa il contagio arriva a Los Angeles
Domenica 26 Gennaio 2020, 11:11 - Ultimo agg. 2 Marzo, 03:15
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L'epidemia di coronavirus accelera, come aveva avvertito con preoccupazione Xi Jinping. Non è potente quanto la Sars, ma si rafforza e sta provocando nuove vittime in Cina. Costringendo le autorità di Pechino a ulteriori restrizioni, come il divieto di commercio di animali selvatici, da cui ha avuto origine la malattia. Il contagio, tra l'altro, è arrivato fino a Toronto e si sospetta anche a Vienna. Nel frattempo si registra anche il primo caso di virus contratto da uomo a uomo fuori dalla Cina, in Vietnam. Il ministero della salute italiano rassicura: «Nessun caso in Italia». Negli Stati Uniti, invece, viene confermato un quinto caso di coronavirus, in Arizona, dopo i due casi in California e gli altri due registrati a Seattle e a Chicago.

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Coronavirus, le vittime

È salito a 80 morti il bilancio delle vittime del nuovo coronavirus in Cina. Lo hanno reso noto le autorità sanitarie di Pechino, secondo cui i casi confermati di contagio da 2019-nCoV sono 2.744. Si registrano 461 pazienti in condizioni critiche, mentre i casi sospetti sono 5.794. Tra i casi confermati otto si registrano a Hong Kong, cinque a Macao, quattro a Taiwan. Altri sette casi si registrano in Thailandia, tre in Giappone, tre in Corea del Sud, tre negli Stati Uniti, due in Vietnam, quattro a Singapore, tre in Malaysia, uno in Nepal, tre in Francia e quattro in Australia.

Come se non bastasse, il ministro della Sanità Ma Xiaowei ha spiegato che la capacità di diffusione del coronavirus, con un periodo di incubazione fino a 14 giorni, sembra diventare più forte e che non sono ancora chiari i rischi della sua mutazione. L'ultimo salto di qualità è stato segnalato dall'Oms, che ha riferito di una prima persona contagiata fuori dalla Cina: si tratta di un caso in Vietnam, una persona mai stata in Cina ma che era «familiare» con un'altra che aveva visitato Wuhan. In Cina, per tentare un contenimento, si innalzano nuove barriere.
 

Dopo aver isolato 56 milioni di persone, bloccato i viaggi organizzati all'estero, interrotto feste e istituito controlli a tappeto su tutti i mezzi di trasporto, le autorità hanno emesso il divieto temporaneo al commercio di animali selvatici, da cui si ritiene che il coronavirus sia germogliato. Diverse città del nord, come Pechino, Tientsin e Xian, hanno annunciato la sospensione delle linee di autobus a lunga percorrenza che le collegano al resto del paese. A est, la provincia di Shandong, con 100 milioni di abitanti, ha fatto lo stesso. A Hong Kong, dove è stato dichiarato lo stato d'emergenza, è scattata una protesta contro la quarantena e la tensione è salita alle stelle quando alcuni manifestanti hanno assaltato un ospedale. Quanto a Wuhan, epicentro della malattia, è ormai una città fantasma, dove chi può resta barricato in casa.
 

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Per chi è costretto ad uscire per farsi visitare, si devono attendere delle ore prima di vedere un medico. E gli ospedali sono al collasso, tanto che proseguono a ritmo forsennato i lavori per finire il nuovo maxi-ospedale dedicato al coronavirus entro i tempi previsti, ossia tra pochi giorni. Ma l'emergenza appare lontanissima dall'essere risolta: il sindaco ha dichiarato di attendersi «almeno un migliaio di contagi in più». Nel frattempo, il coronavirus continua a viaggiare, allargando il suo raggio ben oltre la Cina e l'Asia. In Canada è stato segnalato un primo caso di contagio, a Toronto, di un cinquantenne che era stato a Wuhan. Un caso sospetto è a Vienna e se fosse confermato l'Austria sarebbe il secondo paese europeo dopo la Francia a dover curare dei malati di coronavirus.

In Italia sono stati rafforzati i presidi medici agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino ma al momento non si segnalano contagi: il ministero della Salute ha reso noto che i casi sospetti si sono rivelati «tutti negativi». In ogni caso, il governo «segue con la massima attenzione la situazione in Cina», ha assicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, spiegando che la Farnesina è in contatto con i nostri connazionali (una cinquantina) a Wuhan per ogni assistenza. Per coloro che volessero lasciare la città, si lavora ad un trasferimento via terra nella provincia di Huhan, 350 km più a sud. Il passo successivo sarebbe una quarantena di 14 giorni in un ospedale locale. Una prospettiva, però, che non convince del tutto gli italiani, che in maggioranza sarebbero più orientati a restare chiusi in casa. ​​​

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