Car-T, nuova speranza anti cancro e il Pascale adegua i laboratori

Lunedì 27 Gennaio 2020, 16:22
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È il primo pensiero che accompagna i malati di cancro e i loro familiari nella ricerca della cura più efficace e meno invasiva, il miglior percorso possibile. Come bloccare l'evoluzione di una patologia tanto aggressiva da divorare sogni e, anzi, togliere il sonno. Una opportunità, per i pazienti e i loro familiari, è già rappresentata dalle terapie di precisione, come la biopsia liquida al polmone che analizza il Dna rilasciato dai tumori, o i trattamenti personalizzati per il melanoma e per problemi renali. Ma c'è anche un altro progetto avviato in 13 dei 26 Irccs di «Alleanza contro il cancro», tra cui rientra il Pascale. Così l'istituto di Napoli si attrezza per adeguare i laboratori (quelli nella sede distaccata a Mercogliano) e provvedere, nel giro di 12-18 mesi alla produzione di Car-T, ossia i linfociti del sistema immunitario prelevati dagli stessi pazienti, espansi e ingegnerizzati nella struttura sanitaria affinché possano distruggere il tumore, una volta reintrodotti nel corpo.

«Il progetto è finanziato dal ministero della salute», spiega il direttore scientifico del Pascale, Gerardo Botti, indicando il cronoprogramma. Il programma vale complessivamente 10 milioni e coinvolge anche Cnr, Fondazione Tettamanti e MolMed: serve a sviluppare nuovi trattamenti con le cellule programmate per distruggere neoplasie e al momento non coperte dall'industria farmaceutica. Nel mirino, le patologie al pancreas, al colon retto, alla mammella e il melanoma (il più cattivo tumore della pelle) che non sono efficacemente curabili in altro modo. «Il piano è assai ambizioso», dice Concetta Quintarelli, coordinatrice del gruppo di lavoro sull'immunoterapia di Alleanza contro il cancro, che punta a sviluppare i trattamenti in due anni e ampliare lo spettro di patologie trattabili. Il futuro prossimo è la messa a punto di una terapia genica per ogni paziente e la creazione di banche allogeniche.

«Partire cioè da un donatore sano chiarisce Quintarelli per creare dosi di farmaci destinate a più pazienti». E, nell'attesa che il Pascale entri nella produzione Car-T, lo stesso istituto promuove le cure a domicilio per le donne con tumore al seno. «Siamo davvero molto orgogliosi di essere i primi in Italia», fa notare il manager Attilio Bianchi. «Stiamo anche progettando un nuovo reparto di oncologica medica senologica dotato di poltrone con realtà virtuale», annuncia il direttore del dipartimento, Michelino de Laurentiis (con Nicola Maurea, presidente del congresso di sesto nazionale di cardioncologia, il 30 gennaio al Pascale e il 31-1 febbraio all'Excelsior). L'ultimo progetto sull'umanizzazione delle cure è validato da uno studio su 94 pazienti appena pubblicato sul Journal of cellular physiology coordinato da Antonio Giordano e Andrea Chirico, che hanno mostrato l'efficacia degli occhiali 3D contro ansia e stress durante i trattamenti chemioterapici.
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