Napoli, raid sulle auto a Bagnoli. «Dopo 6 furti di batteria ho seguito e fotografato il ladro: l'hanno preso»

Due auto senza ruote in sosta in una strada di Bagnoli
Due auto senza ruote in sosta in una strada di Bagnoli
di Gennaro Morra
Martedì 28 Gennaio 2020, 18:33 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 06:37
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Come abbiamo già raccontato ieri, quella dei piccoli furti alle auto, con danneggiamenti annessi, a Bagnoli è diventata una vera e propria emergenza. Da più di un anno, ormai, episodi del genere si moltiplicano nelle strade del quartiere, arrivando a far registrare anche sei raid in una sola zona nello spazio di una notte, com’è avvenuto tra domenica e lunedì in via Boezio. Così da queste parti ai residenti può capitare spesso di tornare a prendere la propria vettura parcheggiata sotto casa e di trovarla senza specchietti retrovisori, senza ruote o, addirittura, con i finestrini rotti perché i ladri hanno provato a cercare nell’abitacolo qualcosa da portare via.

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Per questo gli abitanti di Bagnoli da tempo chiedono più controlli e maggiore sicurezza, anche attraverso l’istallazione di videocamere di sorveglianza. Richieste che finora sono rimaste inascoltate da parte delle istituzioni, esasperando gli animi dei residenti. Quell’esasperazione che ha portato Alessandra ad agire da sola, rischiando, pur di liberarsi del malvivente che l’aveva scelta come vittima abituale per la sua attività predatoria: «Nell’arco di un anno e mezzo, tra il 2018 e il 2019, ho subito sei volte il furto della batteria dell’auto – racconta la 30enne –. A un certo punto avevo preso l’abitudine, una volta tornata dal lavoro, di smontarla e portarla a casa. Ma ero stanca di vivere così, anche perché le denunce non erano servite a nulla». Presa dallo sconforto, la ragazza s’improvvisa detective e prende un’iniziativa personale: «Ho raccolto informazioni in giro e ho scoperto chi era il ladro che mi tormentava. Così una mattina l’ho seguito e l’ho fotografato nella zona dell’ex Nato, mentre rubava i fanali di una macchina in sosta, indisturbato e col mercatino rionale a due passi». Prove alla mano, la ragazza corre a denunciare l’autore del furto: «Quando la polizia lo ha bloccato, aveva la refurtiva ancora con sé. Qualche giorno dopo è stato processato per direttissima e condannato, ma ha avuto gli arresti domiciliari. In pratica, nel giro di qualche ora circolava già per le strade del quartiere». Una conclusione amara, ma non inaspettata: «I poliziotti mi avevano avvertito che per reati minori li mettono subito fuori, è la legge, ma almeno mi sono tolta lo sfizio di fargli passare qualche notte dentro».
 
Intanto nel quartiere stanno per arrivare le tanto agognate telecamere: «Abbiamo approvato due diverse istallazioni: una, finanziata dalla Regione Campania, coprirà la zona di Cavalleggeri d’Aosta, mentre l'altra sorveglierà la ZTL di Bagnoli, per la quale siamo in attesa dal Comune dei tempi tecnici -. Annuncia Diego Civitillo, presidente della X Municipalità –. In ogni caso le telecamere non risolveranno il problema: non saranno puntate in ogni strada e in ogni angolo e sono facilmente eludibili con un semplice cappellino». L’occhio elettronico, dunque, può essere un deterrente, ma non la soluzione: «Il problema è sociale: sono ladri di polli che rubano per pochi euro, provocando danni enormi – spiega ancora Civitillo –. Sono soggetti conosciuti dalle forze dell’ordine e più volte arrestati, ma rimessi in libertà dopo la condanna, così come prevede la normativa. Quindi, al di là delle telecamere, servirebbe un'azione normativa e sociale su scala nazionale». E aggiunge: «Per esempio, servirebbero maggiori forze dell'ordine che invece sono numericamente ridotte. Ma soprattutto servirebbe un'azione sociale post-condanna: dare i classici otto mesi con sospensione della pena e obbligo di firma, senza un'azione sociale di recupero del soggetto, è assolutamente inutile perché dopo poche ore tornerà a delinquere soprattutto se dipendente da sostanze».
 
Insomma, va bene incrementare il sistema di videosorveglianza, ma serve anche altro: «Qualche telecamera non risolverà i problemi, che sono ben più profondi e riguardano tutta l’area metropolitana – conclude Civitillo –. Le stesse azioni di microcriminalità che abbiamo a Bagnoli si sviluppano su tutta la zona flegrea, anche in comuni con più videosorveglianza. Ma in ogni caso, stiamo implementando il servizio come deterrente e ausilio alle forze dell'ordine in fase d’indagine».
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