Luca Materazzo, l'ergastolo è definitivo: ma la Cassazione potrebbe riaprire il caso

Luca Materazzo, l'ergastolo è definitivo: ma la Cassazione potrebbe riaprire il caso
di Leandro Del Gaudio
Martedì 28 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 12:58
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Diventa definitiva la condanna all’ergastolo a carico di Luca Materazzo, anche se le carte sono state spedite in Cassazione. E - in via puramente ipotetica - i giudici della Suprema Corte potrebbero riaprire i giochi, in relazione a un punto in particolare: quello legato alla decisione di Luca Materazzo di rinunciare all’appello, con un telegramma spedito in assise appello che ha di fatto trasformato in titolo definitivo l’ergastolo rimediato mesi fa per l’omicidio del fratello. Resta infatti aperta la valutazione sulla lucidità dell’imputato di rinunciare a difendersi in un processo di secondo grado.

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In sintesi, resta la possibilità che i giudici riaprano il processo - e sarebbe un colpo di scena unico nel suo genere - anche alla luce di un tardivo ripensamento dell’imputato che, dopo aver rinunciato al processo bis, si rivolse nuovamente ai giudici di assise appello per chiedere di tornare sui suoi passi. Un pasticcio più unico che raro, che attende la valutazione della Cassazione, mentre in questi giorni la condanna all’ergastolo di Luca per il delitto del fratello Vittorio è passata formalmente in giudicato. Ricordate l’omicidio di viale Maria Cristina di Savoia? Era il 28 novembre del 2016, quando l’ingegnere Vittorio Materazzo fu ucciso sotto casa, da un uomo dal volto travisato da un casco integrale da motociclista, colpito da oltre quaranta coltellate. 

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Un anno fa la condanna all’ergastolo della vittima, firmata dalla prima assise (presidente Provitera), a conclusione di un processo in cui l’imputato si è sempre dichiarato innocente. Poi, lo scorso autunno, il colpo di scena. In un primo momento, Materazzo jr fa ricorso in appello, grazie al lavoro difensivo dei penalisti Alfonso Furgiuele, Luca Bancale e Fabio Carbonelli; poi però decide di agire in solitaria: con un telegramma, spiega alla Corte di assise appello di voler rinunciare ai motivi a sostegno di un nuovo processo. 
 

 

Ma non è finita. Tocca ai difensori di Luca Materazzo giocare una nuova mossa, chiedendo la fissazione di una camera di consiglio per verificare l’effettiva volontà dell’imputato di rinunziare all’appello, anche alla luce di un suo ripensamento postumo. Ne è seguito un rimpallo tra Assise e Assise appello, nel quale sono stati ancora i difensori di Luca a giocare una nuova carta: il deposito di un parere medico legale firmato dal dottor Luca Bartoli, specialista in psichiatria, affinché la Corte di Assise appello (intesa come giudice della esecuzione) «valutasse l’effettiva volontà di Materazzo di rinunzia all’appello, con ciò proponendo implicitamente incidente di esecuzione».  Un’istanza che dall’Assise appello ritorna alla prima assise, che decide di spedire le carte del processo Materazzo in Cassazione. 
 

Una vicenda conclusa ma non del tutto, che resta formalmente legata alla nuova valutazione dei giudici della Cassazione che potrebbero - in linea puramente teorica - rivalutare il grado di stabilità psicologica di Luca Materazzo nel rinunciare ai motivi di appello, riaprendo il discorso anche dei termini di decorrenza. 
Attende la parola fine Elena Grande, vedova di Vittorio (difesa dai penalisti Arturo ed Enrico Frojo), ma anche tre delle quattro sorelle di vittima e imputato (assistite dai penalisti Simona Lai e Gennaro Pecoraro). 
 

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