Bolaño: precisione da carpentiere

Bolaño: precisione da carpentiere
Giovedì 30 Gennaio 2020, 15:36
1 Minuto di Lettura
I racconti di Roberto Bolaño sono sempre un fiume che corre: cominci a leggerli e vieni inghiottito dalla corrente, e mentre vieni trascinato ti sembra di vivere un déjà vu: nomi che tornano, situazioni che ti sembra di aver letto, ma poi no, è solo la familiarità col suo stile. Gesualdo Bufalino avrebbe detto che era uno scrittore secco, per quanto scarne sono le sue pagine, una precisione da carpentiere che tira su una casa, e quella costruita da Bolaño, casa dopo casa, è una città che ci appare lentamente, inedito dopo inedito, riedizione dopo riedizione, una città labirinto che sarebbe piaciuta a Calvino e Borges, anche quando si tratta di un quartiere di periferia, come questa raccolta di racconti, “Sepolcri di cowboy”, appena uscita da Adelphi. Piccoli racconti che, però, tengono l’architrave della grande opera, chiodi che non vanno perduti, dettagli che raccontano l’architettura bolañesca. A chi non lo conosce serviranno come introduzione; a chi lo conosce già: come intrattenimento e ricordo, delle letture passate, una piccola eco dei suoi grandi romanzi.  
© RIPRODUZIONE RISERVATA