La crisi d'identità della Casertana
dietro il pareggio con il Picerno

La crisi d'identità della Casertana dietro il pareggio con il Picerno
di Domenico Marotta
Martedì 4 Febbraio 2020, 08:36
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È tempo di ritrovare il bandolo della matassa. La Casertana del girone d'andata non c'è più ed il pareggio di domenica scorsa contro il Picerno lo testimonia con chiarezza.
La crisi non è solo di risultati ma anche di gioco: dopo la pausa di Natale la squadra di Ginestra è diventata un pallido ricordo di quella formazione compatta, aggressiva ed organizzata che esprimeva un calcio propositivo ed a tratti spumeggiante. Nelle ultime due gare in particolare ma in generale in tutte quelle del girone di ritorno (con eccezione di quella contro il Rende) la Casertana è apparsa lunga sfilacciata e senza idee. I risultati sono lo specchio di questa evidente involuzione: la serie di cinque partite con soli quattro punti all'attivo è la peggiore dall'inizio della stagione.
E lo stesso vale per le reti realizzate, solo quattro nello stesso periodo con una media (0,8 a partita) decisamente inferiore a quella stagionale (1,25 gol ogni 90 minuti). In crescita, è l'unico dato numerico positivo del 2020, il rendimento difensivo che segnala solo' cinque reti subite è ben tre cleen sheet in controtendenza con la media stagionale ma anche qui non c'è da esaltarsi se si tiene in considerazione che tre delle cinque formazioni affrontate dai falchetti (Picerno, Rende e Rieti) sono tra i peggiori cinque attacchi del torneo. Ginestra imputa il momento complicato all'atteggiamento meno grintoso della squadra rispetto al girone d'andata: una sorta di calo di pressione sanguigna di cui lo stesso allenatore lo ha detto più volte in sala stampa non riesce a darsi una spiegazione. Sta di fatto che il bottino di punti ampiamente soddisfacente conquistato prima della pausa natalizia, doveva servire da fieno in cascina per conquistare la salvezza con ampio anticipo proprio in questo periodo dell'anno in cui il calendario propone alla Casertana avversarie oggettivamente alla portata. Però, come la cicala della famosa favola di Esopo, i falchetti stanno ingurgitando tutto il fieno messo da parte per l'inverno troppo in fretta e rischiano di trovarsi a secco quando quella riserva di punti sarà fondamentale. Il tempo delle gare alla portata è quasi finito e la corsa verso i 40 punti dalla quota salvezza è ancora lunga. Domenica arriva il Bisceglie, poi, ci sarà l'ostica trasferta di Catanzaro, le gare con Vibonese e Sicula ed infine, il rush finale con tutte le big del girone. C'è da tornare subito quelli di un tempo perché altrimenti il rischio dei playout, attualmente ancora remoto per l'ampio vantaggio della Casertana sulla Sicula Leonzio penultima (sono 16 punti ma ne bastano 9 a fine stagione per non disputare gli spareggi) rischia di diventare concreto. E allora bisognerà analizzare in fretta le ragioni di questa flessione. Certamente il calo di grinta che sottolinea Ginestra ma forse anche qualcos'altro. La squadra fa fatica a condurre palla a terra la transizione dalla fase difensiva a quella offensiva.
Il playmaker sembra in questo periodo giocare meno palloni del solito: certo i campi pesanti non favoriscono un giro palla veloce ma forse sono anche gli avversari ad aver intuito gli schemi di gioco della Casertana e ad aver trovato le giuste contromisure. E allora starà al tecnico infondere nuovamente ai suoi ragazzi quel sangue bollente che nel girone d'andata è stato così fondamentale, ma, sempre all'allenatore, sta il compito di trovare qualche aggiustamento tattico che possa nuovamente disorientare gli avversari. Per fortuna sul mercato invernale il dirigente Violante e la società hanno regalato a Ginestra valide alternative in più: Cerofolini, Petta, Tascone e Corado torneranno certamente utili insieme a Laaribi che ha smaltito l'infortunio al ginocchio. Con la speranza di non perdere altri pezzi per la strada.
C'è ansia per le condizioni di Zito, vera chiave del gioco offensivo della Casertana negli ultimi tempi, che ha lasciato il campo a fine primo tempo, domenica, per un problema fisico. Si spera non sia nulla di grave perché l'esterno è uno di quei calciatori che nessuna squadra può permettersi di perdere.
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