San Leopoldo Mandic, la chiesa lo riconosce protettore dei malati di tumore

San Leopoldo Mandic, la chiesa lo riconosce protettore dei malati di tumore
San Leopoldo Mandic, la chiesa lo riconosce protettore dei malati di tumore
Sabato 8 Febbraio 2020, 18:30 - Ultimo agg. 19:17
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San Leopoldo Mandic è stato ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati colpiti da tumore. Il decreto della Congregazione è stato annunciato da Padova, dove ha sede il Santuario di San Leopoldo che ne conserva le spoglie, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2020).

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Il riconoscimento arriva dopo un lungo e complesso iter avviato nel 2016 da una prima domanda inoltrata alla Congregazione dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla a seguito della richiesta dei frati cappuccini e di un gruppo di medici padovani. E' stata anche fatta una raccolta di firme che ha raggiunto le 69.758 sottoscrizioni.

Mandic è stato un frate cappuccino, canonizzato nel 1983 da papa Giovanni Paolo II, e indicato come modello dei confessori. Papa Francesco ha voluto in Vaticano le sue spoglie insieme a quelle di san Pio da Pietrelcina durante il mandato ai missionari della misericordia nell’anno del Giubileo della Misericordia (2016).

Ma san Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. 

I devoti a san Leopoldo potranno ora utilizzare anche un piccolo opuscolo con tre preghiere – la preghiera del malato, la preghiera dei familiari e la preghiera per gli operatori sanitari – opportunamente formulate per questa occasione.
 
«Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla – è un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, ma anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata».


 

 

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