Clan Partenio 2.0, la Cassazione
respinge altri sette ricorsi

Clan Partenio 2.0, la Cassazione respinge altri sette ricorsi
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 12 Febbraio 2020, 10:48
3 Minuti di Lettura

Clan Partenio 2.0: rigettati altri sette ricorsi per Cassazione. La VI sezione della Suprema Corte della Capitale ha dichiarato inammissibili i ricorsi discussi dagli avvocati Gaetano Aufiero e Raffaele Bizzarro, al fine di ottenere l'annullamento delle misure cautelari in carcere a cui sono sottoposti i loro assistiti.

Gli ermellini dopo essersi espressi con l'inammissibilità del ricorso per Ernesto Nigro, definito dagli inquirenti della direzione distrettuale antimafia il boss dell'Alta Irpinia, hanno rigettato altri sette ricorsi discussi ieri. Dinanzi alla Suprema Corte sono state discusse le posizioni di Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Antonio Taccone, Ludovico Nittolo, Filippo Chiauzzi dall'avvocato Gaetano Aufiero, per Carmine Valente detto caramella discusso dall'avvocato Raffaele Bizzarro e per Diego Bocciero difeso da entrambi i penalisti. Gli avvocati hanno insistito dinanzi ai giudici della Suprema Corte sull'assenza di prove circa il coinvolgimento degli indagati, nell'associazione a delinquere, di fatto smantellata dai sostituti procuratori della direzione distrettuale antimafia di Napoli.

I giudici della Suprema Corte hanno ritenuto condivisibile la decisione del tribunale del riesame di Napoli composto dai magistrati Elena Valente, Paola Coronella e Paola Lombardi - che lo scorso novembre confermò tutte le misure per gli indagati coinvolti nell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia. Si attende comunque di leggere le motivazioni che hanno determinato il rigetto dei ricorsi da parte della Corte di Cassazione, ma al momento sembra reggere l'impianto accusatorio. L'unico scarcerato dal tribunale del riesame, i primi di novembre, fu Giuseppe Durante (agli arresti domiciliari e difeso dall'avvocato Almerigo Pantalone) accusato di concorso in estorsione. I giudici del riesame hanno spiegato nelle motivazioni come sia stata «graniticamente dimostrata l'esistenza e l'operatività di un gruppo criminale ben organizzato e capeggiato da Pasquale Galdieri che attraverso una serie di atti intimidatori attuati con modalità tipicamente camorristiche, si imponeva nei territori di Avellino e Alta Irpinia».

Inoltre i giudici della X sezione tribunale del riesame di Napoli nelle motivazioni hanno ricostruito anche l'organigramma della nuova consorteria criminale, oltre a confermare le misure cautelari (18 in carcere e 5 ai domiciliari) nei confronti di 22 dei 23 indagati. Mentre sono state confermate le misure custodiali in carcere per Pasquale Galdieri, detto O'Milord, Nicola Galdieri ad avviso degli inquirenti il reggente del clan nel periodo detentivo del fratello Pasquale, Carlo Dello Russo, il picchiatore della consorteria criminale, Diego Bocciero, Antonio Matarazzo, Antonio Taccone, Ludovico Nittolo, Filippo Chiauzzi, Carmine Valente, Ferdinando e Pasquale Nando Bianco, Ernesto Nigro investito a Boss dell'Alta Irpinia, Elpidio Galluccio, Angelo Genito, Giuseppe Moscariello, Mario Rosania, Giovanni Volpe, Luigi De Simone e Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, il messo comunale del comune di Monteforte Irpino e Franco Ambrosone (quest'ultimi quattro sottoposti agli arresti domiciliari) accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, usura ed estorsione.

Intanto presso il comando provinciale dei carabinieri di Avellino per settimane sono andate avanti le audizioni di persone informate sui fatti per far luce anche sull'altro filone, quello bancario e ricostruire le transazioni economiche. Da ulteriori indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Avellino, guidati dal capitano Quintino Russo, e dalla guardia di finanza di Napoli, oltre che dal sostituto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Henry John Woodcock sono scattate altre due misure per Renato Freda e una seconda per Nicola Galdieri.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA