Napoletani scomparsi in Messico, l'avvocato: «Scarcerato il boss che ordinò il rapimento, ma il governo non interviene»

Napoletani scomparsi in Messico, l'avvocato: «Scarcerato il boss che ordinò il rapimento, ma il governo non interviene»
Mercoledì 12 Febbraio 2020, 09:45 - Ultimo agg. 17:48
3 Minuti di Lettura

«Josè Guadalupe Rodriguez Castillo alias el Quince, arrestato nel luglio del 2018 con l'accusa di essere il responsabile della sparizione dei tre napoletani poi venduti ai Narcos dalla Polizia Municipale di Tecalitlan è tornato in libertà». A dare la notizia è l'avvocato Claudio Falleti rappresentante per l'Italia dell'Organizzazione Mondiale degli Avvocati e legale delle famiglie di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino.
 

 

LEGGI ANCHE Tre napoletani scomparsi in Messico, un'intercettazione incastra il boss El Quince

«La fonte è certa, - spiega Falleti - così come lo sono i giornali messicani i quali riferiscono anche che il Quince e i suoi uomini si sono resi responsabili di un'imboscata ai danni di 40 poliziotti, lo scorso 15 ottobre 2019, avvenuta nella comunità di Aguaje, comune di Aguililla, a Michoacán. Nell'agguato ne sono stati uccisi 13 e molti sono i feriti. Abbiamo bisogno che qualcuno abbia il coraggio di interessarsi veramente della vicenda, perché la questione riguarda poliziotti messicani, rappresentanti dello Stato, che vendono cittadini italiani per 43 euro». 

LEGGI ANCHE Napoletani scomparsi in Messico, tre familiari denunciati dopo la protesta
 

Nell'informativa inviata dall'Onu all'avvocato Claudio Falleti nello scorso mese di giugno emergeva dalle intercettazioni telefoniche che il Quince era tra i soggetti responsabili della sparizione di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. «Non si comprende - evidenzia l'avvocato - per quale ragione il suo arresto non sia stato convalidato ed perché il giudice lo abbia rimesso in libertà». La Polizia statale, secondo quanto ha appreso l'avvocato, ha diffuso la foto dei volti dei responsabili chiedendo aiuto alla popolazione di segnalare la posizione dietro ricompensa. «Quante sono le responsabilità in questa vicenda?», si chiede Falleti il quale ricorda anche le lacune delle indagini in Messico: «Rimaniamo senza risposte - dice - come riguardo il ritrovamento da parte degli investigatori delle auto dei nostri connazionali, sulle quali erano state rinvenute tracce di capelli e impronte digitali inviati ad analizzare e i cui risultati non sono mai pervenuti ai legali».

LEGGI ANCHE Napoletani scomparsi in Messico, il figlio: otto mesi senza notizie

Falleti punta, di nuovo, il dito contro il Governo italiano: «L'attenzione è stata alta solo nell'immediatezza dei fatti. Poi si sono dimenticati dei loro connazionali. Siamo ancora in attesa di una chiamata della Farnesina e di una solidarietà che non è mai stata espressa da coloro che ci rappresentano. Ribadisco con forza il concetto che ci sono cittadini di serie A e serie B. Sono passati due anni e la famiglie vivono con il tormento continuo, i figli crescono chiedendo dei propri genitori».
Il legale delle famiglie Russo e Cimmino rivolgono ancora una volta un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri, a Roberto Fico, presidente della Camera, all'Ambasciata italiana in Messico: «Se un rappresentante delle forze dell'ordine italiane avesse venduto un cittadino di un altro Paese alla malavita, l'Italia sarebbe stata attaccata, accusata, umiliata. Succede il contrario e a noi va bene così».

© RIPRODUZIONE RISERVATA