Cimiteri nel caos a Napoli: seppellire i defunti non è più un diritto

Cimiteri nel caos a Napoli: seppellire i defunti non è più un diritto
di Valerio Esca
Mercoledì 12 Febbraio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 11:47
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Secondo giorno di stop alle operazioni cimiteriali. A Napoli non si riescono a garantire neanche più le inumazioni, e così, vista la protesta dei seppellitori licenziati dalla ditta che gestiva i servizi per conto del Comune di Napoli, più di cinquanta salme sono rimaste bloccate nella sala mortuaria del Municipio. Senza considerare quei defunti che sono stati cremati e non possono essere tumulati nelle tombe di famiglia: se ne contano un’altra cinquantina. Insomma nei cimiteri cittadini è caos totale. La fumata a seguito della riunione di ieri mattina a Palazzo San Giacomo, tra la Uil funzione pubblica, presente il segretario regionale Annibale De Bisogno, e il vicesindaco con delegata ai Cimiteri Enrico Panini, è grigia. Il Comune sostiene di non avere responsabilità sui 19 licenziamenti, mentre la ditta tiene il punto sulla non congruità delle risorse messe a disposizione dall’amministrazione. 

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Ieri mattina i seppellitori hanno continuato la loro protesta incrociando nuovamente le braccia. Più di cinquanta le salme bloccate nelle celle frigorifero delle pompe funebri. Durante la giornata, intorno alle 13, è stata effettuata soltanto una sepoltura di una donna di 42 anni morta domenica, dopo l’intervento delle forze dell’ordine a Poggioreale. Il Comune nelle scorse ore aveva lanciato un sos alla Questura di Napoli. Ma come si è arrivati allo sciopero? La proclamazione dello stato di agitazione, da parte della Uil, nasce dalla mancata «rassicurazione dal servizio Cimiteri del Comune - si legge in un documento firmato dal segretario De Bisogno - sul futuro delle attività cimiteriali e delle ricadute sui lavoratori». Il segretario regionale Uil funzione pubblica non intende fare marcia indietro e si dice «molto preoccupato per i licenziamenti in tronco di tutto il personale a far data da martedì 11 febbraio, tenendo conto che a tutt’oggi i lavoratori sono senza stipendi da oltre 7 mesi». Nella serata di martedì intanto il Comune ha redatto una determina, attraverso la quale vengono destinati 35mila euro ad una delle ditte (I Cipressi), così da consentire ai lavoratori di continuare per i prossimi 15 giorni, in proroga, le operazioni cimiteriali. Intanto verrà espletato l’iter per il passaggio di cantiere alla ditta aggiudicataria dell’appalto. I seppellitori dovrebbero essere riassorbiti così dalla nuova azienda. Il bando, dal valore economico di 260mila euro, si è chiuso ad inizio mese e se lo è aggiudicato provvisoriamente la ditta Gap slr per un lotto, mentre un altro lotto è andato alla società Italia ’90. 
 

 

La vicenda parta da lontano. Il Comune decise di affidare ai privati, nell’ottobre del 2016, la completa gestione delle operazioni cimiteriali: esumazioni, tumulazioni, interramenti. Scaduto l’appalto, lo scorso 4 aprile, si decise per la prima proroga, fino al 31 agosto 2019. A questa ne è seguita una seconda, fino al 31 dicembre 2019. Il primo gennaio si è invece deciso di agire attraverso la procedura di affidamento diretto a due ditte: «I Cipressi» per i cimiteri di Poggioreale, sia la parte monumentale, che Santa Maria del Pianto, e Ponticelli, Barra, San Giovanni; e «Italia ’90» per Poggioreale nuovissimo e pietà. Il primo gruppo, che non ha partecipato neanche alla gara pubblica di gennaio, il 7 febbraio ha deciso di gettare la spugna «per la sostanziale incongruità delle premesse economiche in rapporto alle prestazioni e al costo del personale assunto nell’ambito del passaggio di cantiere». 
 

«È una protesta contro il Comune anche se noi in questa vicenda c’entriamo poco. Abbiamo in ragioneria il mandato di pagamento per la ditta, non abbiamo chiesto più servizi e quindi non sono state cambiate le condizioni contrattuali - spiega il vicesindaco Panini - Abbiamo anche prodotto una determina, con la quale assicuriamo ad una delle due società che si occupa dei servizi cimiteriali i fondi necessari per espletare i compiti richiesti e pagare i lavoratori. I 19 licenziamenti sono stati effettuati dalla ditta non da noi» chiarisce Panini. Per quanto riguarda il blocco delle sepolture si dice «dispiaciuto» il segretario regionale della Uil fp De Bisogno: «C’è bisogno di chiarezza e programmazione.
Purtroppo navighiamo a vista e rischiamo di ritrovarci a giugno 2020, quando scadrà il bando che sta per essere assegnato, nelle stesse condizioni di oggi».

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