Prescrizione, strappo Premier-Renzi, da Cdm ok a riforma processo penale con lodo Conte bis

Prescrizione, le ministre renziane pronte a disertare il Cdm. Conte: Iv all'opposizone, inaccettabile
Prescrizione, le ministre renziane pronte a disertare il Cdm. Conte: Iv all'opposizone, inaccettabile
Giovedì 13 Febbraio 2020, 11:00 - Ultimo agg. 2 Marzo, 08:13
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Nel ddl sulla riforma del processo penale c'è il lodo Conte bis: senza i renziani seduti al tavolo il Consiglio dei ministri accelera sulla prescrizione dando plastica dimostrazione dello showdown a cui ormai è disposto ad arrivare il premier Giuseppe Conte.

«Mi dispiace per Iv. Per una forza politica è sempre una sconfitta decidere deliberatamente di non sedersi a un tavolo», scandisce il capo del governo in una conferenza stampa dove chiama Matteo Renzi a un bivio non più prorogabile, se proseguire o meno nella maggioranza. «Italia Viva ci dica cosa vuole fare, lo deve chiarire non solo a me ma anche al Paese».

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Conte siede accanto a Alfonso Bonafede, padre di una riforma delle processo penale che - sottolinea il Guardasigilli - porterà a massimo 4 anni i tempi dei processi per tutti i gradi di giudizio. Ma più che l'accelerazione dei tempi dei processi a Conte preme tracciare una linea di demarcazione da qui ai prossimi giorni. 

«Se ci sarà una mozione di sfiducia al ministro Bonafede il sottoscritto per assicurare credibilità alla politica ne trarrà tutte le conseguenze», afferma Conte rispondendo a chi gli chiede se, dopo una simile mossa di Iv, salirà al Colle. Del resto, per arrivare a presentare una mozione di sfiducia individuale servono 32 firme a Palazzo Madama: Iv ha diciassette senatori e dovrebbe quindi co-firmare la mozione con una forza di opposizione. Ma Conte, nelle sue parole, non chiude definitivamente a un rientro di Iv. O almeno dei suoi parlamentari. «Nei loro confronti c'è la massima disponibilità a confrontarci», spiega Conte negando, invece, di voler cercare o di aver trovato un gruppo parlamentare che sostituisca i renziani nella maggioranza. Il problema, più che altro, è Renzi. È per lui che Conte riserva tutte le frecce del suo arco. 

«Se un giocatore si ferma, se inizia a pensare a sé, o addirittura a fare dei falli noi la partita non la possiamo vincere» e l'approvazione del ddl sulla riforma penale «è segno che quando si lavora con serietà e responsabilità i risultati arrivano», sottolinea il premier. Che attacca: «Chi può capire meglio di un ex premier, sempre sensibile alla stabilità, che ha lamentato in passato il fuoco amico e la dittatura della minoranza, chi più di lui deve dimostrare oggi questa sensibilità alle sfide che ci attendono?». 

E non manca una stoccata al «peso» elettorale di Iv. Peso che Conte colloca più volte, nel corso della sua conferenza stampa, al 3%. Eppure, osserva Conte non senza malizia, «Iv per me ha pari dignità. Se andiamo a guardare le misure che ha fatto passare, queste sono ben superiori a quel 3% e altre forze più consistenti non si sono lamentate». 

La palla, nella strategia del premier, passa insomma a Renzi. Renzi che, «mi accusa di ricatti ma minaccia la crisi, vota con le opposizioni ormai quotidianamente e crea instabilità», rileva Conte tacciando di illogicità la presa di posizione dell'ex premier. E se Renzi evoca il ritorno al voto Conte risponde per le rime: «chi mi conosce sa che io non ho nessuna arroganza ma anche nessuna paura. Io fino all'ultimo giorno darò sempre la garanzia della massima determinazione, concentrazione». 

Ma a Palazzo Chigi non sembra esserci aria di voto. Il drappello di responsabili - da qualche azzurro ai membri del Misto - potrebbero emergere nel breve o medio periodo tanto che, secondo alcune fonti di parlamentari, Iv starebbe contattando i potenziali responsabili per convincerli ad un sodalizio anti-Conte. Con scarso successo, sembra. Anche se i numeri del Senato restano ballerini. E sulla prescrizione l'aiuto alla maggioranza parlamentare di esponenti del centrodestra al momento non sembra plausibile.





LA GIORNATA
Il Governo è stato in fibrillazione tutto il giorno dopo il botta e risposta a distanza tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Da una parte Conte accusa: «Da Italia Viva opposizione maleducata». Pronta la replica di Matteo Renzi in diretta su Facebook: «Vuole la crisi? Noi i cantieri», annunciando che stasera le ministre di Iv non parteciperanno al Cdm, cosa che poi si è regolarmente verificata. «Il ministro della Giustizia Bonafade ha detto che stasera ci sarà in Consiglio dei ministri il voto sul lodo Conte bis, che è un pasticcio da azzeccargarbugli che non sta in piedi. Allora noi non ci andiamo. E il presidente del Consiglio non può dire che è 'assenza ingiustificata'. Così parla il preside di una scuola», dice Renzi.


Telefonata a Mattarella. Il presidente del Consiglio 
Conte, a quanto si apprende in ambienti parlamentari, in giornata ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In serata, poi, intervenendo su Rete 4 a 'Dritto e rovescio', Renzi ha toccato il tema elezioni anticipate: «Tornare al voto? Questo lo decide il presidente della Repubblica. È chiaro che c'è anche questa possibilità. Ci sono diverse possibilità: la prima è che il governo si metta a lavorare e vada avanti; la seconda è che che il governo apra la crisi e ci sarà un altro governo ancora; la terza è che si torni a votare. Da queste tre non si esce: io sono disponibile a tutte e tre», ha concluso il leader di Italia Viva. Poi, Renzi rincara la dose: «Lo sapevo prima che avevamo idee diverse e volevo evitare che Salvini avesse i pieni poteri. In estate ha esagerato e quando Borghi e Bagnai dicevano 'usciamo dall'euro' mi sono preoccupato. Questo imponeva di fare un governo con i 5 Stelle: mi sono messo le mani nei capelli, ho preso due Malox e ho fatto il governo».

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Sullo sfondo, dunque, resta il tema della prescrizione, al Consiglio dei ministri di stasera, come ribadito da  non saranno presenti le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti
Bellanova è in queste ore impegnata in una visita istituzionale a Mosca ma l'assenza dal Cdm di questa sera è anche un modo per ribadire la distanza sul «lodo Conte bis» che stasera dovrebbe essere discusso in Cdm insieme alla riforma del processo penale, testo che Italia Viva si è riservata di valutare. «Non andiamo stasera al Consiglio dei ministri perché siamo contrari al lodo Conte e quindi per coerenza non ci saremo. Il testo del lodo Conte bis se lo voteranno gli altri» partiti della maggioranza, dicono da Italia Viva, motivando l'annunciata assenza delle due ministre renziane in Cdm.
 




Intanto Iv è tornata a votare con le opposizioni. È stato bocciato l'emendamento sulla prescrizione proposto da Forza Italia al decreto intercettazioni, che é all'esame della commissione Giustizia del Senato. Ha avuto 12 voti a favore e 12 contrari (il pareggio al Senato equivale a un 'nò) e il senatore di Italia viva Giuseppe Cucca ha votato insieme all'opposizione. Sull'emendamento, che riproponeva il lodo Costa, Cucca aveva chiesto il voto per parti separate.

 

Conte: «Italia Viva all'opposizone, inaccettabile»



«Assenza Italia Viva al Cdm sarebbe inaccettabile». «Il non sedersi al tavolo quando si ha un incarico istituzionale non sarebbe un fatto da trascurare, lo riterrei ingiustificabile». Lo dice il premier Giuseppe Conte a margine della sua partecipazione all'Ucid rispondemdo a chi gli chiede della possibile assenza di Italia Viva al Cdm.

«Credo che 
Italia Viva debba darci un chiarimento, non al sottoscritto ma agli italiani». Lo dice il premier Giuseppe Conte a margine della sua partecipazione all'Ucid, definendo «surreale, paradossale», l'atteggiamento di Italia Viva. Atteggiamento che, sottolinea, «ci si aspetterebbe da un partito di opposizione che fa un'opposizione aggressiva e anche un pò maleducata».

«Secondo voi è pensabile che un presidente del Consiglio che siede in una maggioranza si metta a cercarne un'altra? Questo non sono io». Lo dice il premier 
Giuseppe Conte a margine della sua partecipazione all'Ucid.

 

Renzi avvisa Conte



«Se Conte vuole aprire crisi lo faccia, Italia Viva chiede di aprire cantieri». Matteo Renzi non rinuncia al paragone calcistico: «Quando uno nel calcio riceve un bel calcione da dietro - dice in una diretta Facebook - la prima cosa da non fare è un fallo di reazione.
Non cadremo nella provocazione, anche perché fare il presidente del Consiglio è un mestiere difficile e può capitare di usare parole sbagliate. 
 Conte è presidente del Consiglio anche di questo governo per due motivi: per evitare che aumentasse l'Iva e per evitare che Salvini portasse l'Italia fuori dall'euro vincendo le elezioni in autunno. Questi due obiettivi sono stati raggiunti. Ora - ammonisce - Conte deve dire che indirizzo deve dare a questo governo, e io sono molto preoccupato per il Paese, per la sua economia. Caro presidente del Consiglio, se vuoi aprire la crisi fallo. Noi non abbiamo chiesto di aprire la crisi, ma di aprire i cantieri. Dire questo vuol dire essere maleducati? Dire questo vuol dire amare l'Italia», dice il leader di Italia Viva.
 


«Noi non facciamo sconti a nessuno, non possiamo rinunciare alla battaglia sulla prescrizione», dice Matteo Renzi. «La necessità di mettere al centro il lavoro, non i sussidi. Presidente del Consiglio, vogliamo parlare di questo, noi siamo più affezionati alle idee che a qualche incarico».

«Quanto a 
Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l'ex dj avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato». Così Matteo Renzi nell'e-news ribadendo che «sulla battaglia della giustizia giusta non molliamo perché è una questione di civiltà».



 

Zingaretti: «Se finisce governo, finisce legislatura»


«È evidente che per questo governo, il secondo di questa legislatura, in qualche modo la sua fine coincida con la fine della legislatura, ma non credo che siamo adesso in questa situazione». Così il segretario Pd Nicola Zingaretti.
 

Orlando (Pd): «In caso di crisi ci sono le elezioni». Lasciare il governo «impantanato all'infinito» sulla prescrizione «non è un bene per il governo, ma i governi possono cambiare e si può andare a votare». Lo dice il vicesegretario Pd Andrea Orlando, ospite di Sky Tg 24. «Non siamo interessati a questo disegno», risponde all'ipotesi di dar vita a nuove maggioranze in caso di crisi. «Non ho partecipato al vertice di queste ore ma da notizie che ho ci sono elementi che vanno in questa direzione, poi ci sono i passaggi parlamentari». Così il vicesegretario Pd Andrea Orlando risponde alla domanda se stasera il Cdm deciderà sul ddl di riforma penale con dentro il lodo Conte bis.
 
 
 

Forza Italia ripresenterà l'emendamento al decreto intercettazioni. Forza Italia ripresenterà anche in Aula, la prossima settimana, l'emendamento al decreto intercettazioni per cancellare la riforma Bonafede sulla prescrizione, bocciato stamani in commissione. E Italia Viva è pronta a votare di nuovo con l'opposizione, a favore della proposta. È quanto emerge dopo il voto in commissione Giustizia al Senato. Se così fosse, la maggioranza rischierebbe di essere battuta, perché i 17 senatori di Iv fanno la differenza. Ecco perché, spiegano fonti di opposizione, il governo potrebbe decidere di mettere la fiducia sul provvedimento: a quel punto i senatori renziani, a meno di sorprese, dovrebbero votare a favore della fiducia al governo o al più uscire dall'Aula.

Crimi:
«C'è chi vive di slogan e polemiche, e chi lavora». «C'è chi a parole dice di voler aprire cantieri, e c'è chi li apre davvero. C'è chi per esistere ha bisogno di polemiche e provocazioni, e c'è chi le polemiche le lascia agli altri, impiegando il proprio tempo a lavorare, costruire, risolvere problemi, trovare soluzioni. C'è chi a suon di slogan si vanta di essere dalla parte dei cittadini, e c'è chi lo è realmente, con i fatti e le azioni concrete». Lo scrive su Fb il capo politico M5S Vito Crimi senza citare, direttamente, Matteo Renzi.



Matteo Salvini:
«Governo litigioso e inconcludente. Prima va a casa e meglio è». «Conte sta insultando Renzi, Renzi sta insultando Bonafede, Zingaretti insulta Renzi e Di Maio è scomparso. È un governo litigioso, includente, prima va a casa il signor Conte e meglio è». Così il leader della Lega Matteo Salvini al suo arrivo a Torino.
 

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