Polizia stradale, mazzette dai camionisti
per chiudere un occhio: due condanne

Polizia stradale, mazzette dai camionisti per chiudere un occhio: due condanne
di Petronilla Carillo
Sabato 15 Febbraio 2020, 06:30 - Ultimo agg. 07:14
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Sono stati a processo sette anni prima di sentire pronunciare le parole «assoluzione» perchè «il fatto non sussiste» o per «non aver commesso il fatto», i poliziotti della stradale di Eboli Gennaro Meola e Massimo Coppola; quindi Aniello Cappuccio, Antonino Conte, Antonino Russo e il camionista Sergio Campostella. Condannati, invece, Giuseppe Viscido (due anni e 10 mesi) ed Ercole Pellegrino (otto mesi) con pena sospesa per entrambi. Diverse le contestazioni a carico degli imputati che vanno dalla concussione all’abuso d’ufficio passando per il falso. Nel collegio difensivo- tra gli altri - gli avvocati Michele Sarno e Nicola Naponiello. 

L’inchiesta partì nel 2011 e portò alla luce un presunto giro di tangenti e regalie varie da parte di camionisti che avrebbero versato soldi ai poliziotti affinché questi ultimi chiudessero un occhio su presunte irregolarità rilevate in autostrada o su alcune autorizzazioni al transito. Ad incastrare i poliziotti furono anche alcuni video e intercettazioni ambientali disposte dalla procura. Gli inquirenti infatti riuscirono a piazzare delle microspie e delle telecamerine all’interno della macchina di servizio utilizzata dagli indagati in modo da seguire passo passo le loro attività. Gli indagati erano complessivamente dodici, sono otto andarono a processo.

L’episodio più grave riscontrato dagli inquirenti, quello di un autista che procedeva contromano a Lancusi. Il camionista venne fermato e lasciato andare, senza multa nè contestazione penale. Nell’indagine c’è anche un carro carnevalesco diretto da Eboli ad Agropoli che non aveva i documenti in regola. Anche in questo caso i poliziotti chiusero un occhio. C’erano camionisti che pagavano mazzette per un sorpasso vietato e altri che evitavano il sequestro del tir senza assicurazione. In genere il tariffario era di 50 euro per ciascuna irregolarità sulla quale si chiudeva un occhio.
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