Stipendi pagati regolarmente:
l'Avellino calcio respira

Stipendi pagati regolarmente: l'Avellino calcio respira
di Marco Ingino
Sabato 15 Febbraio 2020, 08:34
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Alle 19 di ieri sera, in concomitanza con la chiusura del portale telematico della Lega, il pericolo di beccare quattro punti di penalizzazione in classifica sarebbe stato quanto meno dimezzato con l'invio di bonifici a calciatori e tesserati. Per annullare del tutto il resto della pena (altri 2 punti) bisognerà adesso attendere il pagamento degli F24, relativi ai contributi, che dovrebbero essere fatti, solo per mancanza di valuta ma non di fondi, nella mattinata di lunedì prossimo, ultimo giorno utile. Il condizionale, in assenza di comunicazioni ufficiali, è logicamente d'obbligo alla luce della credibilità che ha finora dimostrato di avere una compagine societaria bocciata già tre volte, con altrettanti rinvii, dalla Commissione Federale che continua a giudicare non affidabile la Idc per sostenere un campionato di Lega Pro. Dalla sede ubicata alle spalle della Montevergine con vista panoramica sulla strada, ma divisa da un virtuale muro di Berlino con da una parte l'amministratore Circelli e gli uomini dell'era Mauriello-De Cesare e dall'altra quelli ingaggiati da Martone che non è stato ancora possibile mandare a casa perché regolarmente contrattualizzati, è comunque filtrato ottimismo. Un ottimismo dipinto sul volto sorridente, ma provato, di Filippo Polcino che al termine dell'allenamento ha fatto arrivare la bella notizia ai calciatori attraverso la mediazione del team manager Christian Vecchia. A Nicola Circelli e i soci Ciriaco Cusano dell'Innovation Football, invece, come era ampiamente prevedibile non sono arrivati i soldi di Luigi Izzo, Renato De Lucia e Sabatino Autorino. L'unica cosa che è arrivata nella casella certificata dell'amministratore unico è stata una Pec del socio Renato De Lucia (12,5%) che ieri mattina gli ha chiesto di prendere visione dei libri contabili, di conoscere le movimentazioni bancarie dei due conti correnti (Idc e Us Avellino 1912) ma anche del perché non è stata ancora convocata l'assemblea dei soci nei tempi richiesti. Parole che preannunciano chiaramente l'intenzione di non farsi da parte malgrado Circelli si sia detto pronto ad acquisire le loro quote facendo entrare due imprenditori. Uno dei due papabili resta Nicola Di Matteo che non ha ancora incassato la caparra di 100mila euro allegata alla richiesta di acquisto al tribunale di Avellino e resta in attesa del via libera di Circelli che gli ha fornito le garanzie. Restano, pertanto, sulla sponda del fiume i tre soci dissidenti che continuano a dialogare con gli imprenditori D'Agostino, Matarazzo e Marinelli (quest'ultimo interverrebbe con uno sponsor) anche perché la mancata contribuzione al pagamento di stipendi (che loro sostengono non essergli stata nemmeno richiesta) non comporta la loro decadenza. Per avviare l'iter contro il socio moroso, infatti, l'amministratore unico dovrebbe diffidarlo e quest'ultimo avrebbe 30 giorni di tempo per provvedere. Un'eternità che finirebbe per paralizzare il club mettendolo davvero a rischio estinzione.
L'ALLARME DI GHIRELLI
A riprova che si sta scherzando con il fuoco, il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha ieri lanciato un vero e proprio grido d'allarme: Se dicessi che non sono preoccupato - ha sottolineato- sarei sciocco. La situazione dell'Avellino ci tiene in apprensione. Mi auguro che vengano pagati gli emolumenti e contemporaneamente si diano alla Figc le garanzie sulla solvibilità economica. Finora nulla è arrivato e questo è l'aspetto più preoccupante. Ho l'impressione che questa situazione si può risolvere nel momento in cui le garanzie vengano presentate in maniera certa. Avellino è una grande realtà del calcio italiano, ha fatto la storia, rappresenta un pezzo importante di questo calcio e dobbiamo prestargli attenzione. Da qui il suo appello agli attuali dirigenti: Gli abbiamo dato qualche giorno (21 febbraio) in più ma i documenti richiesti ha ribadito Ghirelli - vanno presentati. C'è troppa guerriglia, troppa invasione di campo. Qui ognuno deve fare il suo mestiere. Adesso non voglio né peggiorare né aumentare le preoccupazioni dei tifosi, ma i soci smettessero di litigare».
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