La Lazio scavalca l'Inter in rimonta:
è seconda a un punto dalla Juve

Sergej Milinkovic Savic
Sergej Milinkovic Savic
Domenica 16 Febbraio 2020, 16:05 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 08:21
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Nella notte più importante la Lazio non tradisce. Anzi se possibile fa innamorare ancora di più. E lo fa battendo l’Inter in rimonta per 2-1 e sorpassandola in classifica. I biancocelesti si regalano il secondo posto restando così a -1 dalla Juventus. Antonio Conte, invece scivola a -2 da Inzaghi e a -4 da Sarri. Il calcio è un romanzo emozionante che regala cocenti delusioni e vendette dolcissime. E così capita che 637 giorni dopo il maltolto venga restituito con gli interessi. E fa sorridere che ancora una volta ci sia de Vrij di mezzo. L’olandese che con un rigore spense i sogni di gloria laziali stavolta li alimenta. E lo fa sempre procurando un rigore. Immobile non sbaglia, cancellando anche quel fastidioso tabù che lo vedeva a secco contro i nerazzurri con la maglia della Lazio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Oggi abbiamo dimostrato tutto: LAZIO È FAMIGLIA, LAZIO È SQUADRA VERA! Ora VOLA LAZIO VOLA! #Sergente 🦅

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UN CAPOLAVORO
Una notte da favola, di quelle che restano scritte per sempre nella memoria. Che regalano battiti in più al cuore. Ad un cuore biancoceleste grande così. E pensare che non si era messa bene per i ragazzi di Inzaghi che nonostante un primo tempo da applausi stavano perdendo per 1-0. Unica disattenzione collettiva. Jony crossa con troppa fretta e poi non rientra, Strakosha respinge male e Young fa esultare gli interisti. Un vantaggio quasi ingiusto per quello che si era visto. Clamorosa la traversa colpita da Milinkovic a inizio partita. Ma la Lazio non è più la squadra paurosa della passata stagione. Il secondo tempo riparte all’attacco. Del rigore si è già detto. Della sua importanza forse meno. E’ proprio quell’episodio che dà il la alla rimonta e al sorpasso in campo e in classifica. Lo firma Milinkovic. Un gigante. Danza sulla palla in area e fulmina un lentissimo Padelli. I biancocelesti resistono alla grande al ritorno rabbioso dell’Inter. Fino al fischio finale. Un brivido lungo la schiena. I ricordi che corrono a mille all’ora. Il sogno resta ma i suoi contorni diventano sempre più nitidi. 

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