«Papà è violento, a casa non ci torno»: ragazzo di 15 anni si barrica a scuola nel Napoletano

«Papà è violento, a casa non ci torno»: ragazzo di 15 anni si barrica a scuola nel Napoletano
di Anita Capasso
Domenica 16 Febbraio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 10:17
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Terrorizzato dal padre violento si rifugia a scuola. È accaduto al liceo «Cristoforo Colombo» di Marigliano dove uno studente di 15 anni si è barricato in classe pur di non fare rientro nell’inferno casalingo. Dopo l’ennesimo litigio familiare, avvenuto in mattinata, Antonio (nome di fantasia) aveva lasciato Pomigliano, dove vive, per andare a scuola. Il ragazzo solo in classe trovava quel calore e quella tranquillità che gli permettevano di farsi scivolare addosso il dolore per la violenza che si consumava in casa e che colpiva anche la madre.  


Il liceo Cristoforo Colombo di Marigliano

Sabato mattina il padre era stato più violento del solito, tanto che Antonio non era riuscito a cancellare neanche per un istante le scene di quanto accaduto. Il solo pensiero di ritornare a casa gli faceva rivivere l’incubo. Quando a mezzogiorno e mezza è suonata la campanella, col cuore che gli batteva più forte che mai, il ragazzo ha preso lo zaino e si è avviato con i compagni verso l’uscita. In strada ha fatto qualche passo, poi in preda al terrore è rientrato a scuola, abbandonando la zaino a terra. A notare l’insolita scena c’erano gli agenti della polizia municipale, rimasti sconcertati da quel gesto. Perché un ragazzo abbandona lo zaino e scappa? 

Gli agenti hanno allertato il comandante, Emiliano Nacar, che ha disposto le indagini dando l’ordine di entrare nella scuola e chiedere spiegazioni per un gesto apparentemente inconsulto. Antonio, rintanato in un angolo, aveva l’aspetto impaurito e sofferente. Inizialmente è apparso reticente, ha solo pronunciato ripetutamente la stessa frase: «Non ce la faccio più». Il comandante Nacar ha pensato che la sensibilità di una donna potesse essere di maggiore aiuto e ha fatto intervenire l’agente Carmela Ardolino, che con modi materni è riuscita a far liberare il quindicenne dal peso del dolore consumato in silenzio. 

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Il giovane ha raccontato la condizione drammatica in cui viveva e di questo padre violento che ogni giorno picchiava lui e la madre. Una storia di marginalità e di povertà sulla quale peserebbe anche una pesante situazione debitoria. Antonio ha raccontato di essere di Pomigliano d’Arco, dove vive insieme alla madre. La donna è stata rintracciata e accompagnata a scuola. Sul principio è apparsa restia, non voleva mettersi contro il marito. È stato il figlio a rompere gli indugi e a trovare il coraggio di denunciare il padre. A quel punto anche la donna la confermato la versione di Antonio. 

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Nel frattempo è stata allertata anche la preside, Nicoletta Albano, che si è prodigata per offrire il massimo supporto allo studente. Al liceo «Cristoforo Colombo», peraltro, è attiva una equipe psicologica per l’assistenza ai ragazzi in difficoltà. Intanto, il comandante Nacar ha contattato la Procura presso il tribunale per i minorenni e la Procura della Repubblica di Nola che d’intesa hanno disposto l’allontanamento protetto di Antonio presso i nonni materni e il deferimento in stato di libertà del padre. La stessa mamma di Antonio dovrà evitare di incontrare il marito e dovrà soggiornare nell’abitazione dei propri genitori per prevenire episodi di violenza. 

Un’operazione, questa della polizia municipale di Marigliano, che segna l’attenzione del comando verso i problemi dell’infanzia e dell’adolescenza in un contesto in cui non mancano storie di emarginazione e degrado. Troppi sono gli episodi di violenze in famiglia che vedono come vittime i giovani.
 

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