Napoli-Barcellona a testa alta
ma serve un miracolo al Camp Nou

Napoli-Barcellona a testa alta ma serve un miracolo al Camp Nou
di Francesco De Luca
Martedì 25 Febbraio 2020, 23:54 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 13:10
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Nella notte di Messi (e di Maradona) è spuntato Mertens. Ma non è bastato, perché l’illusione di battere il Barça meno di mezz’ora, fino al pareggio di Griezmann. Presentarsi al Camp Nou il 18 marzo col vantaggio di 1-0 non avrebbe assicurato la qualificazione, però l’1-1 è un risultato che non incoraggia gli azzurri, ai quali peraltro è obiettivamente difficile chiedere di eliminare una candidata alla conquista della Champions. Si sono battuti con orgoglio, però hanno sprecato nel secondo tempo almeno due occasioni che avrebbero potuto consentire di vincere questo primo round. Al Camp Nou, però, il Barça avrà due assenze pesanti, oltre a quella del bomber Suarez, fermo da dicembre: scatteranno le squalifiche per Busquets e Vidal, espulso negli ultimi secondi per aver aggredito Rui.
Setien aveva provato a sorprendere Gattuso con una prima linea molto mobile, in cui Messi è stato prevalentemente il riferimento centrale, con Vidal e Griezmann ai lati, riversando la squadra nella metà campo azzurra più per gestire il pallone (67 per cento il possesso di palla nel primo tempo) che per attaccare. Atteggiamento che ha confermato il rispetto del Barça nei confronti del Napoli. Rino aveva già scelto la strategia, confermando quella adottata sul campo dell’Inter: difesa solida e contropiede rapido, per quanto possibile. Lo sbarramento nella trequarti ha funzionato: nel primo tempo i catalani hanno giocato soltanto tre palloni nell’area avversaria e questo non accadeva da due anni. Ma le ripartenze del Napoli sono state lente fino alla mezz’ora, quando Junior è scivolato a centrocampo e ha concesso il pallone a Zielinski, bravo a servirlo a Mertens, anzi Maramertens, per l’ennesima prodezza del suo repertorio. Rete numero 121, agganciato Hamsik in testa alla classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi e dito puntato sul simbolo del club stampato sulla maglia, un gesto d’affetto e un messaggio a De Laurentiis perché è in corso la trattativa per il rinnovo del contratto.
 
 

Peccato che la partita di Dries sia finita subito, dopo sei minuti del secondo tempo, quando Busquets lo ha azzoppato. Il Barcellona si è innervosito davanti all’organizzazione difensiva del Napoli e ha cominciato a colpire duro, con i centrocampisti e Vidal. Gattuso ha inserito Milik e nel contempo la squadra si è allungata, perdendo compattezza. È bastata una leggerezza sulla trequarti per consentire a Griezmann di pareggiare e fare nuovamente abbassare le percentuali di qualificazione del Napoli, anche se in due minuti ha avuto due eccellenti occasioni per raddoppiare, però sono state sprecate da Insigne e Callejon, in particolare ha fatto male quella dello spagnolo che ha svolto un prezioso lavoro sulla fascia ma non è stato lucido sotto porta né nel primo tempo né nella ripresa. E ci sono errori che pesano di più contro avversari di un certo livello.
 

Messi ha compiuto straordinarie accelerazioni mentre Semedo sulla fascia era incontenibile per Rui e pericoloso con i suoi assist. In questa fase di difficoltà, quando è stato necessario cambiare atteggiamento e rischiare per segnare un altro gol (ma né Milik né Politano hanno inciso), il Napoli non ha ricevuto il sostegno del suo pubblico. Una curva si era messa in sciopero per il caro biglietti, un’altra ha tifato, ma complessivamente in una partita così dura e così esaltante ci sarebbe voluto un altro supporto popolare, un incitamento costante, non soltanto quei fischi al Barça quando aveva il pallone per esorcizzarlo. I tifosi si sono contratti come i loro giocatori, come se conoscessero il copione della sfida, e si sono accesi soltanto quando l’arbitro ha mostrato il doppio cartellino giallo a Vidal.
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