Luca Parmitano in diretta da Houston: «Coronavirus? Chiedete agli esperti, io spero che sia l'occasione per unire le forze di tutto il mondo» Il Notturno Spaziale

Luca Parmitano in diretta da Houston: «La sostenibile pesantezza dell'essere» Guarda in diretta
Luca Parmitano in diretta da Houston: «La sostenibile pesantezza dell'essere» Guarda in diretta
di Paolo Ricci Bitti
Giovedì 5 Marzo 2020, 15:05 - Ultimo agg. 6 Marzo, 10:12
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Luca Parmitano in video diretta da Houston per la prima volta dopo il rientro a terra dalla missione Beyond. Alcuni cronisti hanno fatto riferimento alla questione coronavirus ("Ma io non sono un esperto" ha specificato l'astronauta catanese), ma ancora una volta il comandante ha catturato i cuori di chi l'ascoltava quando ha trovato le parole e i toni per dividere con noi terrestri le emozioni di un "notturno spaziale", ovvero di un'inaspettata fase di una delle sue passeggiate all'esterno della stazione internazionale. 

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Luca Parmitano: «Di nuovo nello spazio alla ricerca di un vocabolario per condividere le emozioni con i "terrestri"»


NOTTURNO SPAZIALE
"Era in corso - racconta il colonnello Parmitano - l'ultima delle quattro "passeggiate spaziali" per la riparazione dell'Ams (Cacciatore di particelle cosmiche) quando io e Drew (Morgan, americano) abbiamo riscontrato una perdita a un condotto dell'impianto di riscaldamento del macchinario.  L'abbiamo riparata ma per sapere se l'operazione aveva avuto successo dovevamo appendere 45 minuti lì fuori, senza potere fare altro. Una parentesi inattesa nella durissima tabella di marcia di queste riparazioni mai tentate prima in orbita su un complesso strumento che non erea stato progettato per questi interventi nello spazio. Ogni volta per 7 o 8 ore assicurati con i piedi al braccio robotico impegnando chiavi inglesi, tubi, bulloni, avvitatori con quei guanti della tuta che garantiscono poca pià sensibilità di uno di quelli da baseball. Una fatica sovrumana, come fare una maratona con uno scafandro. Ora invece ci trovavamo costretti a non fare niente, mentre la stazione spaziale continuava a sfrecciare attorno alla Terra a 400 chilometri di altezza a 28.800 chilometri orari compiendo una rivoluzione completa ogni 90 minuti. In quel momento siamo passati nella fase "dietro" al pianeta, nella notte. Drew ha allora spento le luci del casco. Al buio, lassù, nel silenzio rotto solo dal nostro respiro amplificato nelle cuffie, sopra la Terra che dormiva. Non ci siamo detti nulla per 45 minuti, nemmeno c'è stato bisogno di parlare con Houston. Una lunga pausa con gli occhi fissi al suolo, divisi dal nero assoluto dello spazio da una temperatura di meno 150 gradi solo dalla visiera del casco: due centimetri di plexiglas tra il mio viso, tra la mia pelle e l'infinito. E' stato come fermare il tempo: nonostante la nostra velocità e l'essere appesi all'esterno dell'astronave, i battiti del cuore hanno rallentato. Il silenzio dello spazio, la serenità di quella vista riservata solo a pochi fortunati come noi astronauti. Poi sotto i nostri piedi è apparso il Giappone, così illuminato nella sua costa orientale. Un bagliore nelle notte, una cometa che sfilava sotto di noi. Poi il blu cupo dell'oceano Pacifico, qualche rara stella sulla sua immensa superficie, insomma gli atolli, gli arcipelaghi polinesiani. Io so solo dire "meraviglia" altre parole non ne ho, spero che prestino mandino in orbita letterati e poeti per scrivere un nuovo lessico adatto a descrivere queste sensazioni che meno di 600 fra uomini e donne conoscono solo dal 1961. Ah, sì, la riparazione ha tenuto e abbiamo ripreso l'attività di manutenzione dell'Ams".


 

Parmitano ha 43 anni di cui uno (abbondante, 367 giorni) l'ha trascorso in orbita dal 2013. E' per 31 ore e 54 minuti ha effettuato passeggiate spaziali, record europeo. E' anche colonnello pilota sperimentatore dell'Aeronautica militare.



CORONAVIRUS: UN'ALLEANZA MONDIALE PER COMBATTERLO
"Come tutti gli uomini sono in apprensione per questa situazione. Con mia miglie Kathy e le mie figlie Maia e Sara stiamo usando le stesse precauzioni di tutti. Io non sono un esperto e voglio solo dire una cosa. Questa emergenza può dare all'umanità, e in questo senso qualcosa sta già accadendo, la possibilità di unire la forza di tutte le nazioni, di tutti gli uomini, per fronteggiare un problema così grande. Se vogliamo possiamo davvero dimostrare di essere in viaggio sul Pianeta Terra con un unico equipaggio. Un'alleanza che dovrebbe anche essere messa in campo per la salvaguardia del pianeta e per le prossime esplorazioni spaziali".

E ancora:  «Non bisogna cedere al panico. In Italia siamo fortunati ad avere un sistema sanitario all'avanguardia nel mondo. Abbiamo esperti che stanno lavorando per contenere l'espansione del virus. È importante avere fiducia in chi sta lavorando per contenere l'infezione. Da italiano sono in parte preoccupato ma non allarmato al punto da temere che ci possano essere conseguenza catastrofiche. Bisogna mantenere la calma».

«Per quanto riguarda me e la mia famiglia - prosegue l'astronauta dell'Agenzia spaziale europea (Esa) - stiamo prendendo le precauzioni che sono valide per tutti: cercare di cautelarsi, evitare zone chiuse molto affollate, ma continuando a vivere normalmente.
Sto cercando di passare alle mie figlie l'idea che è importante continuare ad andare a scuola, finché le autorità lo consentono, ed è importante avere una vita normale senza farsi prendere dal panico. Quando sarà il momento, se sarà necessario isolarsi per dei periodi, eseguiremo quello che le autorità stabiliscono sia il codice di condotta più importante». «Da italiano sono preoccupato perché parte della mia vita è ancora in Italia, lì ci sono i miei genitori e i miei amici, ma non sono comunque allarmato al punto da temere che ci possano essere conseguenze catastrofiche», rassicura Parmitano. «La cosa più importante è tenere la testa sulle spalle e restare con i piedi per terra, anche se detto da un astronauta può sembrare strano. Mantenere la calma e affrontare gli ostacoli uno alla volta usando il parere e la professionalità degli esperti è quello che mi aspetto e di questo sono grato alle nostre autorità».


IL RECUPERO
Recupero fisico super rapido per Luca Parmitano, che a tre settimane dal ritorno sulla Terra ha già riacquistato quasi il 100% delle sue prestazioni atletiche. Lo racconta da Houston nel suo primo colloquio con la stampa italiana, attraverso il collegamento video organizzato dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e dall'Agenzia spaziale europea (Esa). «Il corpo umano non smette mai di sorprendermi per la sua adattabilità», spiega AstroLuca dialogando a distanza con il presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia. «Sono passati poco più di 20 giorni da quando sono rientrato e mi sento già perfettamente riadattato». Anche il senso di pesantezza e lo sbilanciamento dovuto ai problemi di equilibrio dell'apparato vestibolare «sono scomparsi molto più rapidamente» rispetto alla precedente missione Volare. Merito del rientro in verticale della capsula Soyuz, che ha facilitato anche le operazioni di estrazione degli astronauti, ma non solo. «Forse il mio corpo ha mantenuto una memoria muscolare di quello che vuol dire rientrare da una missione di lunga durata in microgravità», afferma Parmitano. Ma certamente ha influito anche la preparazione, sia quella precedente al lancio che quella fatta in orbita. Proprio sulla Stazione spaziale «sono stato molto più coscienzioso e caparbio rispetto alla prima volta nell'implementare un addestramento fisico più rigido e intenso». Tutti questi fattori messi insieme hanno contribuito a questa ripresa lampo, tanto che «a tre settimane dal mio rientro posso dire che le mie prestazioni da un punto di vista atletico sono al 95-99% delle mie capacità», conclude l'astronauta.


 
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