Coronavirus, a Napoli 20 medici contagiati: gli eroi sul fronte della pandemia

Coronavirus, a Napoli 20 medici contagiati: gli eroi sul fronte della pandemia
di Ettore Mautone
Giovedì 12 Marzo 2020, 08:17 - Ultimo agg. 11:51
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Cresce in Campania il numero dei medici contagiati dal Coronavirus: complessivamente una ventina. L'ultimo caso riguarda il primario della Neurochirurgia del Cardarelli che ieri, dopo aver accusato febbre e spossatezza, è stato accolto nella tenda allestita all'esterno del padiglione di emergenza. Effettuato il tampone inviato al Cotugno è tornato al proprio domicilio in quarantena volontaria. Se dovesse risultare positivo al Covid-19 sarebbe il terzo dirigente apicale (dopo i suoi colleghi a capo del pronto soccorso e del trauma center) a dover assentarsi per almeno due settimane dal posto di lavoro.

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Ma di camici bianchi ammalati ce ne sono ormai parecchi. Molti in quarantena volontaria domiciliare, come i due infettivologi dell'Università Federico II a cui si sono aggiunti due specializzandi, un altro medico e un primario ginecologo. Alcuni di essi, sebbene positivi al virus, si tengono lontani delle corsie e dai loro pazienti per prudenza. Altri accusano tosse e febbre ma hanno rinunciato al ricovero. Altri ancora sono asintomatici ma trattenuti a casa in quarantena volontaria o disposta dal dipartimento di prevenzione della Asl in base a valutazioni cliniche ed epidemiologiche. Diversi sono in attesa di responso del tampone. Infine ci sono quelli ricoverati di cui uno, un cardiologo, da giorni attaccato al rianimatore nel reparto per intensivi al Cotugno. In un caso, un otorino del Santobono che aveva praticato il test al Coronavirus di sua iniziativa in un centro privato risultando positivo, dovrebbe ritornare al lavoro in quanto l'esame non è considerato valido. Alla fine si è optato per una quarantena prudenziale a domicilio. Un contagiato si registra anche tra i dirigenti medici del Cotugno. Si tratta di un infettivologo alle soglie della pensione.

MANCANO LE MASCHERINE
Intanto scarseggiano anche i dispositivi individuali di protezione: la consegna di mascherine, prevista ieri, è slittata a dopodomani mentre il manager della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva è corso ai ripari e non trovandole altrove ha fatto un ordine da 1,5 milioni per gli ausili individuali di protezione in Turchia. Arriveranno lunedì. Una situazione preoccupante anche secondo il presidente della Regione Vincenzo De Luca: «Abbiamo 6 medici positivi alla Federico II - ha detto il governatore - la situazione rischia di aggravarsi nei prossimi giorni e c'è un evidente sovraccarico di lavoro per medici, infermieri e personale amministrativo». Tra i medici in quarantena ce n'è uno anche al Fatebenefratelli di via Manzoni che da sabato scorso è in isolamento domiciliare volontario ma non risulta contagiato in ospedale.

IL 118
Chi soffre di più è il personale del 118: alla carenza cronica di mezzi e uomini ora si è aggiunta l'attività svolta per i prelievi e tamponi domiciliari che comportano tempi lunghi per indossare i dispositivi di protezione e sanificare le autoambulanze. I medici del 118 in quarantena sono 3 (che coinvolgono i rispettivi equipaggi e dunque medico e infermiere), cui si aggiungono altri due dottori in malattia. Chi resta è allo stremo delle forze e ormai rinuncia agli straordinari con cui si coprivano molti turni coperti nei vari Saut che ora sono costretti a svolgersi solo con infermiere e autista. C'è poi il progetto aeroporto e la copertura delle funzioni del numero verde informativo per il Coronavirus. Malumore, infine, per la disposizione della Asl che ha richiamato al consiglio di disciplina alcuni sanitari che a fine febbraio, a fronte dell'esaurimento dei dispositivi di protezione individuali, avvisarono per le vie brevi di non trasportare casi sospetti al pronto soccorso del San Paolo e non avvertirono la direzione sanitaria.
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