Elezioni presidenziali Usa, Joe Biden avanza e Bernie Sanders ora pensa di ritirarsi

Jeo Biden
Jeo Biden
di Flavio Pompetti
Mercoledì 18 Marzo 2020, 00:55 - Ultimo agg. 19 Marzo, 11:16
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Joe Biden ha messo a segno un'altra vittoria schiacciante ieri sera ai danni di Bernie Sanders. I primi dati dello spoglio in Florida lo davano in testa di quasi 40 punti, un distacco enorme che lo impone come la scelta non più rinviabile del candidato democratico destinato ad affrontare Donald Trump a novembre. Si votava anche in Illinois e in Arizona, dove l’ex vice presidente era accreditato nei sondaggi della vigilia di un vantaggio tra i 20 e i trenta punti. In Florida ieri mattina prima ancora dell’apertura dei seggi un milione di elettori aveva depositato la scheda per posta o con il voto anticipato, e alla fine della giornata l’affluenza era in aumento di 150.000 voti rispetto alle presidenziali del 2017.

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La paura per l’epidemica da Covid -19 non si è ancora trasformata in panico, come mostrano le immagini delle spiagge affollate di giovani incoscienti venuti a festeggiare lo spring brake. Ma i seggi sono in gran parte stati disertati dagli elettori, che nello stato del sole perenne affollato da pensionati, entrano per la gran parte in una fascia d’età ad alto rischio di fronte al virus.

Sanders si rende ben conto che il terreno gli sta franando sotto i piedi. Tanto che ha sospeso la sua campagna di spot elettorali su Facebook, un chiaro segnale che il senatore democratico è a un passo dal ritiro dalla campagna per le presidenziali americane. Lo riporta Axios. Anche Pete Buttigieg e Michael Bloomberg poco prima di gettare la spugna avevano interrotto le loro campagne sul social media.
Sanders, n
egli ultimi due dibattiti televisivi ha dato l’impressione di voler usare la ribalta della quale ancora gode per spingere l’avversario ad abbracciare parte delle idee più progressive che hanno animato la sua campagna, e sulla cui base ha riscosso ancora una volta l’entusiasmo degli elettori più giovani. La sanità allargata al maggior numero possibile di cittadini, l’abbattimento degli enormi debiti finanziari che incombono sui neolaureati, maggiore pressione fiscale sulle grandi aziende e lotta al potere lobbistico. Biden ha mostrato flessibilità, e i due hanno promesso che comunque andrà a finire, sono pronti a sostenere l’ex avversario in caso di una sua nomina. La strada che porta ad una eventuale rinuncia di Sanders non è comunque rettilinea.

Parte della forza della sua candidatura è il sostegno capillare che i volontari offrono alla campagna, e la radicalizzazione nel territorio di sostenitori agguerriti è oggi un ostacolo contro quella che molti di loro vedono come una resa prematura. All’inizio del mese di marzo la macchina elettorale del senatore del Vermont ha aperto cinque uffici in Pennsylvania, dove il voto è in calendario per il 28 di aprile. In quella data si sarebbe dovuto votare anche a New York, dove Sanders può contare su un numero considerevole di voti. Le due tappe potrebbero aggiungere un numero prezioso di delegati al bottino di 745 già nelle sue mani, ed alimentare l’alea di una convention estiva bellicosa. L’incognita più grande che grava sulla competizione è quella dell’andamento del contagio da coronavirus.

La prima defezione si è avuta ieri, con il governatore dell’Ohio Mike DeWine che ha cercato prima di ottenere un rinvio della data al due di giugno, e di fronte al rifiuto della direzione del partito, ha fatto sigillare i seggi per proteggere la popolazione dal contagio. La corte suprema dello stato consultata nella tarda serata gli ha dato ragione, e le urne sono rimaste chiuse.Gli altri tre stati in calendario ieri hanno resistito a simili sollecitazioni per un rinvio.

Nemmeno la guerra in passato ha fermato il voto, e molti funzionari del partito sono tentati da un eroismo inutile e dannoso. Gli uffici elettorali di decine di stati ancora in attesa del voto stanno lanciando appelli perché gli elettori votino il più possibile in anticipo, inviando le schede per posta. L’intero calendario e la struttura delle primarie potrebbero essere stravolti quest’anno dall’epidemia che sta appena iniziando a sigillare le case e sequestrare gli elettori.

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