Coronavirus, studenti fanno festa sul tetto dell'università: beccati dal drone e cacciati dall'ateneo

Coronavirus, studenti Erasmus fanno festa sul tetto dell'università: beccati dal drone e cacciati dall'ateneo
Coronavirus, studenti Erasmus fanno festa sul tetto dell'università: beccati dal drone e cacciati dall'ateneo
di Simone Pierini
Mercoledì 25 Marzo 2020, 11:13 - Ultimo agg. 14:11
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Il drone non perdona e inchioda sedici studenti spagnoli in Erasmus a Sassari. Lo scorso 19 marzo si sono riuniti in terrazza per una festa, in barba ai decreti emenati per l'emergenza coronavirus. Sono sedici ragazzi e ragazze tra i 21 e i 26 anni, finiti nelle grinfie del drone che li ha filmati mentre se la spassavano sul tetto dell'Università di Sassari. Per loro l'Erasmus ora è finito. Lo ha stabilito il decreto di interruzione immediata della loro esperienza di mobilità in città, firmato dal rettore Massimo Carpinelli, e notificato agli interessati e alle loro università di appartenenza.



Gli studenti provengono dagli atenei di Cordoba, Granada, Alcalà de Henares, Barcellona, Burgos, Saragozza, Castilla La Mancha, Cantabria, Valencia e Leòn, e si trovavano a Sassari per i programmi Erasmus ed Erasmus+ di mobilità studentesca a fini di studio e tirocinio. A informare Carpinelli è stato il sindaco Nanni Campus, che definisce quella festa di compleanno sul tetto terrazzato, in barba a ogni ordinaria misura di sicurezza e alle norme di contrasto del rischio di contagio da coronavirus, «un fatto grave».

Identificati con l'uso di un drone e denunciati, gli studenti spagnoli «si sono spostati dalle loro case, in diversi quartieri cittadini - sottolinea il sindaco - hanno avuto una reazione sprezzante verso i condomini e hanno mostrato inconsapevolezza della gravità della loro condotta». Ma soprattutto per Campus «hanno mancato di rispetto all'Ateneo che li accoglie e alla nostra comunità cittadina». Rammaricato, Carpinelli prende atto «con dispiacere e rammarico degli atti compiuti nonostante l'accoglienza loro riservata dalla città e dall'Università». Il rettore si dice dispiaciuto «anche per la luce negativa che queste azioni gettano sulla condotta dei tanti studenti internazionali che quotidianamente partecipano responsabilmente alle attività formative dell'Università e a quelle culturali offerte dalla città».
 
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