Coronavirus, Boccia: «Senza lo Stato, le Regioni crollerebbero». E Fontana: «Parole avventate e inopportune»

Fontana e Boccia insieme all'aeroporto di Verona
Fontana e Boccia insieme all'aeroporto di Verona
di Alessandra Spinelli
Domenica 29 Marzo 2020, 18:02 - Ultimo agg. 30 Marzo, 14:37
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In questi giorni di emergenza da coronavirus, con i numeri dei contagi e dei morti che salgono e scendono al ritmo delle nostre paure,  le polemiche politiche, quelle nate da una dichiarazione fatta in tv e ripresa dalle agenzie, avevano fatto un passo indietro. Ma sono bastate alcune parole del ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ad accendere un nuovo dibattito. «Se l'autonomia è sussidiarietà è un conto, se l'autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è "no perché crolli"  Nessuna Regione ce l'avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte». Questo ha detto Boccia nell'intervista a  Maria Latella su Sky TG24 rincarando la dose su mascherine e ventilatori: «L'organizzazione della Sanità è regionale, ma se non ci fosse lo Stato non ci sarebbe quasi nulla se non le cose che erano nei depositi, anche abbastanza modesti e piccoli».
LA REPLICA
La replica non si è fatta attendere ed è stato tutto un batti e ribatti. «Avventate e inopportune», così il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha definito infatti queste dichiarazioni «Invito il ministro Boccia a fare il ragionamento inverso. Quale sarebbe la situazione nel Paese se le Regioni non avessero fatto fronte alla emergenza anche nella fase della sottovalutazione del rischio che ha attanagliato il Governo per giorni e giorni? - ha replicato Fontana - Basti pensare che in Lombardia abbiamo attivato quasi mille terapie intensive da destinare all'emergenza e stiamo lavorando a tutto campo anche per ciò che riguarda le altre necessità. Come ad esempio il reperimento di mascherine e di ventilatori. Mi fermo qui - ha aggiunto - perché in questo momento le energie vanno concentrate in altre più gravi direzioni. Trovo comunque avventate e inopportune, soprattutto per quanto riguarda la Lombardia, le affermazioni del ministro Boccia»
LA CONTROREPLICA
A questo punto il ministro Boccia ha controreplicato: «Dire che in questa fase di emergenza Covid-19 nessuno ce la fa da solo non è una critica alle Regioni ma è semplice realismo. Lo ribadisco, nessuno ce la fa da solo. Nemmeno noi. Siamo a Verona con gli operatori sanitari albanesi che da stasera saranno in corsia a Brescia. E gli diciamo grazie. Con le Regioni lavoriamo gomito a gomito e se siamo qui anche oggi è per aiutare chi ne ha più bisogno». Boccia e Fontana infatti erano stati uno accanto all'altro, come giusto che fosse,  all'aeroporto Catullo di Verona ad accogliere  i 10 medici e i 20 infermieri provenienti dall'Albania per aiutare l'ospedale di Brescia ad affrontare l'emergenza coronavirus. Ma ancora Fontana ha replicato: «Lanciare il sasso e togliere la mano non è mai bello. In questo momento, poi - ha sottolineato -, risulta inopportuno e pericoloso perché potrebbe ingenerare tensioni anche sociali di cui nessuno ha bisogno. Per evitare le polemiche, insomma, basta non innescarle ogni mattina».

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Certo nel frattempo tra una dichiarazione e l'altra Attilio Fontana ha avuto il tempo di essere festeggiato, perché ha compiuto 68 anni. Così c'è stata una piccola festa a sorpresa .Gli hanno cantato "Tanti auguri a te"  in diretta a Domenica in e Fontana ci i ha scherzato sopra parlando in collegamento con Mara Venier e Teo Teocoli. «Prima di aver iniziato questa avventura li portato bene» ha scherzato in dialetto. Fontana ha passato il compleanno «rigorosamente in famiglia. La mia ultima bambina lo stesso giorno compie 18 anni. Aveva organizzato tutto ed è saltato tutto. Per lei - ha concluso - è stata dura».
L'ALTRO FRONTE
Infatti le polemiche non erano finite. 
Perché nel dibattito è intervenuto il sindaco di Milano, Beppe Sala. 
«La sanità lombarda ha fatto una scelta diversa da quella di Veneto ed Emilia Romagna e ha privilegiato le grandi strutture ospedaliere e in particolare anche quelle private, si è persa la capacità di tenuta sul territorio del tessuto socio sanitario e in questo momento è un limite-  ha detto il primo cittadino meneghino a Rtl 102.5- Io evito con grande attenzione qualunque tipo di discussione, di rischio di litigio con il mio collega Attilio Fontana e ci mancherebbe altro, la gente non ce lo perdonerebbe. Ma parlate con i medici di base e sentite cosa dicono, i consultori non ci sono più.
Saremo in grado di metterci al tavolo e trovare la formula giusta per dei tempi cambiati?
». Un invito in realtà che anche altre Region ie città divrebbero accogliere. «Il sindaco di Milano sa benissimo tutto quello che Regione Lombardia ha fatto in passato, fuori dall'emergenza, per rendere Milano e il nostro territorio un'eccellenza sanitaria internazionale, che anche lui ha sempre decantato e portato come modello di vanto -ha riattaccato il governatore della Lombardia - Nel merito gli rammento che i consultori si occupano di tutt'altro e non certo di Coronavirus. Quanto ai medici di base forse non ha compreso bene cioò che dicono. Non avevano i presidi  per proteggere se stessi e i malati, per questo non potevano effettuare le visite a domicilio. E non avevano i presidi perché il Governo non è stato finora in grado di fornirci la quantità sufficiente per assicurarli anche a loro. Ma da oggi, produciamo da soli 900.000 pezzi e la mancanza verrà risolta dalla Regione». Poi un invito polemico. «Al sindaco Sala  chiedo dunque di riporre nell'astuccio dei pennarelli a lui tanto cari in queste ore, le tinte forti o addirittura fosche, per usare colori più tenui e caldi. Il verde della speranza e il rosa del nuovo giorno».
 
 
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