Coronavirus, tensione al pronto soccorso dell'ospedale Maresca: «Non c'è sicurezza»

Coronavirus, tensione al pronto soccorso dell'ospedale Maresca: «Non c'è sicurezza»
di Francesca Mari
Mercoledì 1 Aprile 2020, 09:05 - Ultimo agg. 10:41
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La buona notizia è che ieri non si registrano nuovi contagiati né vittime. Ma resta la tensione all'ospedale Maresca dove già da giorni medici, operatori sanitari e sindacati denunciano la carenza di mezzi e personale per poter reggere all'emergenza da Coronavirus. I pronto soccorso del Maresca e del San Leonardo di Castellammare devono accogliere non solo pazienti affetti da altre patologie ma anche casi sospetti di Covid e, nel caso di esito positivo, contagiati in attesa di essere trasferiti a Boscotrecase. Proprio ieri sera, secondo quanto riferito da un operatore sanitario, due ambulanze sono rimaste bloccate fuori al pronto soccorso del Maresca perché non idonee e senza anestesista a bordo per il trasferimento di un paziente positivo. «Ci hanno fatto diventare il pronto soccorso di Boscotrecase ha detto un operatore . Intanto qui non siamo preparati, non abbiamo dispositivi di sicurezza e rischiamo di essere contagiati e di contagiare le nostre famiglie».

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Una situazione, già segnalata nei giorni scorsi da anestesisti e rianimatori, che avevano inviato alla direzione generale dell'Asl esposti in cui evidenziavano i disagi, e dai sindacati che denunciavano anche l'inefficienza della tenda pre triage, la congestione del pronto soccorso per la presenza di casi sospetti e la riduzione dei posti letto nei reparti accorpati di medicina e chirurgia. «Chiediamo l'immediata costituzione di un reparto di osservazione scrivono in una nota Gennaro Cesarano della Uil e Michele Maddaluni della Cgil - che possa dare supporto al pronto soccorso».

Le difficoltà erano state evidenziate nei giorni scorsi anche da Antonio Braucci, chirurgo e medico di accettazione del pronto soccorso, che in una nota inviata anche alla Regione lamentava la presenza di un solo medico d'emergenza e la carenza di molti dispositivi, tra cui anche i monitor per controllare i parametri vitali. «Non ho ricevuto risposta - ha detto ieri mattina Braucci ma ho visto che qualcosa si sta incominciando a muovere, per cui è importante aver gettato un seme. Qualche dispositivo è arrivato, sebbene non ci sono visiere e caschi per tutti, e anche qualche strumento. Tra l'altro è stata approvata dalla direzione generale una delibera sulla rete Hub&Spoke, e cioè la gestione coordinata della rete di ospedali con competenze differenziate, per cui anche per il Maresca e gli altri ospedali le cose dovrebbero migliorare».

I contagiati a Torre del Greco sono 49 (20 in ospedale e 29 a casa) mentre i guariti sono 4 e i deceduti 10. «Una giornata densa di significato», ha commentato il sindaco Giovanni Palomba. Ieri è stata anche adottata una misura di sostegno alle famiglie indigenti, con contributi da definire: le domande dovranno pervenire al Comune entro il 6 aprile. Iniziative di solidarietà anche da parte del consigliere Michele Langella che ha impiegato i gettoni di presenza di gennaio e febbraio per l'acquisto di 150 pacchi alimentari, in collaborazione con l'imprenditore Michele Oliviero e l'associazione Piroclastica. «La solidarietà non può ridursi a un'elemosina» dice Langella. Ad Ercolano, intanto, altri tre nuovi contagi comunicati in serata, tra cui un uomo del 1922. I positivi salgono a 6.
 


Sono in corso i test su medici e infermieri impiegati negli ospedali di Vico Equense e Sorrento. L'attività riguarda gli spazi cosiddetti «sporchi», ovvero i locali dove vengono accolti i pazienti potenzialmente contagiati. Restano attivi i pronto soccorso «puliti» ai quali può rivolgersi chi presenta patologie diverse dal Covid. Gli ospedali della costiera sono tra i primi a effettuare gli screening. Su circa cinquanta operatori impegnati nei reparti dove è potenziale l'esposizione al Coronavirus, finora sono stati sottoposti a testa la metà, tutti negativi.
Il test rapido, che si differenzia dal tampone, è di facile utilizzo, bastano poche gocce di sangue del paziente, il riscontro visivo arriva in cinque minuti e consente ai medici di conoscere subito l'esito del test. Attualmente la possibilità di effettuare il tampone, secondo i protocolli, è determinata dalla presenza di sintomi, ma i sindacati si stanno battendo affinché l'esame venga effettuato a tutto il personale al lavoro negli ospedali. 

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