Coronavirus a Napoli, è morta un'altra anziana della casa di riposo di Fuorigrotta: è il secondo caso

Coronavirus a Napoli, è morta un'altra anziana della casa di riposo di Fuorigrotta: è il secondo caso
di Melina Chiapparino
Mercoledì 1 Aprile 2020, 12:57 - Ultimo agg. 18:39
4 Minuti di Lettura

Era stata isolata come caso sospetto di Coronavirus ed è morta stanotte, una 89enne trasferita all’ospedale San Paolo dalla residenza per anziani “La casa di Mela”. La paziente era stata operata per una frattura di femore e, successivamente, erano insorti sintomi sospetti, tra cui la febbre persistente che ha reso necessario il test di cui si attende l’esito. L’anziana fa parte di una larga platea di ultraottantenni per il quali sono state adottate misure di monitoraggio riguardo il rischio di contagio. Infatti, nella struttura in via delle Scuole Pie, a Fuorigrotta, sono in corso le verifiche da parte dell’Asl Napoli 1 Centro con la somministrazione dei tamponi per tutti gli anziani ospitati. 


I controlli sono scattati in seguito al decesso di una 91enne, sabato pomeriggio, di cui si attende l’esito del test per Covid-19 e per la quale sono intervenuti i carabinieri dei Nas avviando un’inchiesta per verificare ad ampio raggio il funzionamento della struttura, sia sotto il profilo amministrativo che dell’accudimento degli ospiti. Le indagini, in ogni caso, sono scattate come protocollo necessario per l’emergenza Coronavirus in corso a Napoli e in tutto il paese che non implicano alcun indizio di colpevolezza o inefficienza della struttura di Fuorigrotta. 

«Fino ad oggi sono stati eseguiti 27 tamponi e questa mattina, sono in esecuzione altri 17 tamponi in modo da  testare la totalità degli anziani ospitati nella struttura - riferisce Vittoria De Iorio, legale per conto del management della struttura - è stato necessario chiamare la polizia, rivolgendosi al 113, pur di ottenere l'intervento dell'autorità sanitaria e ora, quello che chiediamo è di sottoporre anche tutto il personale della casa albergo ai tamponi, solo in questo modo potremo essere certi di una misura preventiva efficace per la salute di tutti». 

LEGGI ANCHE Morta anziana trasferita a Eboli, il figlio: «Non doveva viaggiare»

Anche l’esito del tampone dell’anziana ricoverata dal 25 marzo all’ospedale San Paolo, rappresenta un tassello significativo per fare uno screening dello stato di salute anche degli altri ospiti con cui l’anziana era stata in contatto. La donna, A.B, era stata ricoverata in seguito alla frattura di un femore e operata il 28 marzo ma le sue condizioni di salute, già parzialmente compromesse, si erano aggravate con il manifestarsi di febbre e tosse. Per questi motivi, la paziente, assistita nel reparto di Ortopedia e sottoposta al tampone per Covid-19, era stata isolata fino al decesso avvenuto questa notte. L’anziana è stata assistita dal personale del reparto che si è attrezzato recuperando tute e caschi, pur non avendo in dotazione i dispositivi di protezione specifici per il Covid, dal momento che non si tratta di un reparto dedicato. Questo episodio ha fatto emergere un dato che a dispetto delle altre patologie, per cui si registrano forti cali nei ricoveri, è in controtendenza.
 

Su un totale di 11 pazienti al momento ricoverati nel reparto di Ortopedia del San Paolo, sono 7 i casi con frattura del femore. «C’ è una grande quantità di ricoverati per fratture di femore, una problematica che è tra le principali cause di morte dei grandi anziani è, in questa emergenza Covid, non va sottovalutata – afferma Lello Pavone Rsu della Fials nel presidio di Fuorigrotta- bisognerebbe creare in città, in questo periodo, un punto di riferimento per la frattura femore entro le 48 ore per evitare il rischio di una lunga e sofferente degenza e di tutte le complicanze che ne possono derivare». In particolare, nei casi di commistione delle problematiche ortopediche con sintomatologia sospetta per il Covid dovrebbero «essere rafforzati i percorsi esclusivi per i pazienti sospetti, onde evitare contaminazione con reparti che non sono attrezzati per questa emergenza- conclude Pavone- inoltre il numero degli anestesisti è diminuito per l’assistenza ai pazienti affetti da Coronavirus e ciò comporta l’allungamento dei tempi per le sale operatorie che, nel caso di fratture del femore andrebbero trattate entro le 48 ore». «Abbiamo scritto al presidente Voncenzo De Luca e alla direzione generale dell’Asl chiedendo il coinvolgimento del Policlinico e di altre strutture come il Fatebenfratelli e cliniche convenzionate per smistare i pazienti da trattare per le fratture al femore» concludino i sindacalisti Fials. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA