Una storia, tante storie: il progetto a voce alta di Peppo Coppola, "Tusitala" della Costiera sorrentina su YouTube

Una storia, tante storie: il progetto a voce alta di Peppo Coppola, "Tusitala" della Costiera sorrentina su YouTube
di Donatella Trotta
Mercoledì 8 Aprile 2020, 15:45
7 Minuti di Lettura
Siamo quello che leggiamo, scrive Aidan Chambers nel suo stimolante volume sul “crescere tra lettura e letteratura”, pubblicato da EquiLibri di Modena a cura di Gabriela Zucchini per esplorare, con gli strumenti giusti, quelli che lo psicoterapeuta e analista adleriano Domenico Barrilà, autore dell’Introduzione al testo, chiama i “territori sottratti all’indicibile”. E in questi tempi di indicibile in quanto inedita pandemia le preziose riflessioni di Chambers - docente, autore e critico letterario britannico, premio internazionale Andersen per i suoi forti romanzi per adolescenti e Carnegie Medal, per il suo impegno di stimolo al dibattito critico sulla letteratura per ragazzi – tornano in mente. Proprio pensando a quei 9 milioni di studenti costretti a casa dalle misure dell’emergenza sanitaria.

Ad essere convinto di quanto la lettura, soprattutto a voce alta, possa essere uno strumento precoce, universale e persino terapeutico di cambiamento e di crescita, che passa per il coinvolgimento simultaneo di tutto il nostro mondo interiore – dalla sfera emotiva a quella cognitiva – è Giuseppe Coppola: operatore socio-teatrale e per l’infanzia (Opi), formatore e pedagogista esperto di teatro e discipline della comunicazione in ambito educativo e rieducativo, specializzato in formazione alla lettura con metodologie trasversali. Soprattutto per la fascia della prima infanzia e per bambini con Bisogni Educativi Speciali (Bes) o di altre nazionalità. Giuseppe (Peppo per i suoi amici), è un giovane “Tusitala” - “colui che racconta” - della Costiera sorrentina: originario di Vico Equense, laureato in Pedagogia e in Scienze Politiche, si occupa di percorsi teatrali e percorsi di avvicinamento alla lettura per scuole, teatri e comunità della città metropolitana di Napoli, oltre ad essere, dal 2008, socio di AGITA (Associazione per la Ricerca Teatrale nella Scuola e nel Sociale, ente di formazione nazionale riconosciuto dal Miur, della quale è diventato Segretario nazionale dal 2017 e per la quale si occupa della progettazione e dell’organizzazione di diverse rassegne nazionali di teatro della scuola, anche in àmbito internazionale con i progetti Erasmus Plus).

Nel suo “buen retiro” vicano, Peppo non si è rassegnato a interrompere, sia pure momentaneamente, la sua vitale attività di affabulante “Griot” nostrano, ovvero cantastorie di una tradizione letteraria di qualità che, a partire dagli albi illustrati, dischiude orizzonti infiniti alle esplorazioni della fantasia, o meglio dell’immagin/azione tradotta in narrazione attiva. E così, grazie ai mezzi tecnologici, ha messo a frutto la sua esperienza di narrat(t)ore e animatore di laboratori di espressività corporea, racconto orale, scrittura creativa e teatro educativo nella scuola e nei luoghi del disagio sociale pensando ad una semplice ma suggestiva azione da casa. Ma sempre attenta ai metodi didattici inclusivi abitualmente usati fuori, in azioni formative di gruppo che molto devono alla letteratura giovanile e al teatro-scuola.

È nato così il suo account su YouTube #StorieAdAltaVoce, ovvero “Ai confini”, con il sottotitolo SAV+ (Storie ad alta voce e più…non solo lettura, ma anche spunti di riflessione e azione grafico-pittorici-manuali-artistici) per i più piccoli, ma non solo. Un progetto «per essere, sentirsi liberi e stare insieme, in maniera diversa», dice Peppo, che aggiunge sorridendo: «In verità l’ho pensato inizialmente per le mie nipotine per questi giorni di pandemia, per non privarle dell’abitudine di sentirmi raccontare storie giocando insieme; ma poi ci ho preso gusto e ho pensato di strutturarlo come un percorso a tappe, per continuare a stare insieme anche con altri, sia pure virtualmente». Un senso di operosa corresponsabilità solidale, insomma, che ha così creato, dal 16 marzo scorso, un itinerario creativo di ascolto e di narrazione che parte da alcuni albi illustrati e dal variegato universo-mondo della letteratura per le giovani generazioni: «Per consentire ai giovanissimi ascoltatori collegati – spiega ancora Peppo - di introiettare diversi temi e spunti di riflessione (alla loro Altezza!) e restituire poi il proprio pensiero e/o sentire attraverso la forma di “gioco”. Chi ascolta – continua – può così realizzare disegni, piccoli video, inventare altre storie. Ovviamente il percorso va ad incasellarsi con il quotidiano scolastico. Si tratta di forme para-teatrali dove al centro della riflessione c’è il gioco simbolico ed espressivo».

Quasi una storia al giorno. La prima narrata è Cornelio, di Leo Lionni (Babalibri), storia di un coccodrillo controcorrente che camminava eretto (https://www.youtube.com/watch?v=5MDPEwPcOU4). Il giorno dopo, è la volta di Il mio palloncino di Mario Ramos  (Babalibri)(https://www.youtube.com/watch?v=sjYfVbeAp8Y&t=2s), le avventure di una insolita Cappuccetto Rosso che non ha paura di niente e di nessuno. Poi…poi c’è la natura, nostra complice silenziosa, se solo la sapessimo ascoltare, ci ricorda Peppo leggendo l’albo L’albero azzurro (Kite edizioni) di Amin Hassanzadeh Sharif, potente metafora sui limiti del potere, sulla forza di persone determinate e sull’insopprimibilità della libertà (trovate la puntata del 19 marzo su https://www.youtube.com/watch?v=p999cHmLEvY&t=39s).
 
Non solo. Creando piccole suggestioni dal teatro di figurine e d’ombre, il giorno dopo Peppo crea una piccola Storia di luce. E di ombra, con un mini-piccolo viaggio di narrazione alla ricerca di storie vicine e lontane, chiare e scure, di sogno, normalità e paura, che parte da una semplice domanda: chiedimi cosa mi piace (https://www.youtube.com/watch?v=fVmuFxial44&t=34s). E ancora. Il 21 marzo, Giornata mondiale della poesia, con una opportuna colonna sonora di musica klezmer propone un’avventura tra i libri dal titolo Across the books dedicata “a chi riesce a vedere oltre”, perché c’è un sottile filo rosso che unisce le storie: tocca solo a noi saperlo scorgere (la trovate su https://www.youtube.com/watch?v=Qi-WnyxHKTA&t=1s). Per andare ancora un po’ oltre, la puntata Inventastorie gioca invece con un’Ars combinatoria in stop motion allegra e colorata, che interpella i piccoli con un suggerimento, provocato dalle immagini proposte: «Prova tu a raccontare quello che vedi e quello che senti...» (https://www.youtube.com/watch?v=Ac6KPCM-As0&t=19s), mentre di particolare suggestione emotiva è la puntata Ai confini, che con dolcezza orchestra il silenzio e le immagini, la musica e le parole per spingere ad un viaggio al di là dei limiti: delle cose, delle persone, delle storie. Dei libri. Di sé stessi: Come in una frase di Carlo Levi: «Non importa dove sono. Sono altrove» (https://www.youtube.com/watch?v=alMzTCWl2uk).
 
L’operazione sinestetica si precisa con particolare, lirica efficacia nella splendida storia C'è un segreto 
(https://www.youtube.com/watch?v=bJ325K0yXhc&t=15s), dove l’incipit chiarisce in modo evocativo la poetica dell’autore, Peppo Coppola stesso: «C’è un segreto dietro ogni partenza….», a snodare un microracconto di fantasia denso di rinvii e rimandi, in cerca del proprio personale “colore”. Ancora, fra il resto, Lionni, in certe immagini; ma anche il Gianni Rodari di Teste fiorite, passioni marine e suggestioni campestri, tra un “dentro” teatrale frutto di cultura e un fuori naturale nel verde di un campo di margherite, dove il protagonista della storia (un piccolo manichino articolato in legno, di quelli usati dagli artisti) intraprende il suo personale viaggio verso l’ignoto, meta di ogni viaggio autentico.

L’ultima storia caricata (per ora) è di oggi: https://www.youtube.com/watch?v=tCocf6Oa3As. Storia senza parole, ma con un bel ritmo musicale e drammaturgico: sulla scena, minima, due sedioline rosse in una scatola nera, incipit per il titolo eloquente della puntata, aperta da un gran punto interrogativo: Che storia ci metto? Ennesima, efficace provocazione a elaborare una propria grammatica della fantasia, a riempire la mente di idee per coltivare teste fiorite, a colmare di segni, sogni e disegni quaderni dalle pagine bianche. Che sono, in fondo, la nostra storia, anche in un momento vuoto di contatti fisici come questi. Ma al potere sovversivo, trasformante della fantasia non c’è limite: sembra questo ciò che Peppo Coppola vuole suggerire con il suo poetico esperimento narrat/tivo. Per dirla con Gianni Rodari, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario della nascita: «Un modo per parlare del mondo, delle cose…un modo per entrare nella realtà anziché dalla porta», e allora «lo facciamo dal tetto, dal camino, dalla finestra… Il linguaggio dei bambini è fatto di immaginazione, di pensiero logico e loro questo lo sanno». Sta solo agli adulti capirlo. E magari recuperare questa dimensione approfittando, con gli stimoli giusti, della quarantena…
 
 
 
 
 
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