Coronavirus e frode mascherine, l'imprenditore
arrestato: «Sono sereno, dimostrerò la mia estraneità»

Coronavirus e frode mascherine, l'imprenditore arrestato: «Sono sereno, dimostrerò la mia estraneità»
Sabato 11 Aprile 2020, 02:10 - Ultimo agg. 3 Marzo, 00:53
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“Sono sereno, pienamente consapevole di poter dimostrare l’assoluta estraneità alle accuse che mi vengono contestate. Tutto si è svolto nella più totale correttezza”.

Sono state queste le prime parole dell’imprenditore di Cervaro Antonello Ieffi, di 42 anni, arrestato per una presunta frode nella distribuzione delle mascherine anticovid. Parole riferite al suo avvocato Andrea Coletta, che, ieri mattina, 24 ore dopo l’arresto, ha avuto un colloquio in video conferenza con il suo assistito, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli di Roma. L’interrogatorio di garanzia è stato fissato per martedì prossimo e si svolgerà sempre in videoconferenza.

In queste ore l’avvocato Coletta sta catalogano documentazione da esibire, al Gip del Tribunale di Roma, ede avere quanti più elementi possibili a discolpa del noto imprenditore cassinate. 

In particolare si lavora per esibire i contratti sottoscritti con le aziende cinesi per avere le mascherine ordinate con l’aggiudicazione dell’appalto, indetto dal Consip (la Centrale acquisti della pubblica amministrazione), da 15 milioni di euro per la fornitura di 24 milioni di mascherine. 

Due sarebbero i contratti sottoscritti e nelle mani della difesa che sarebbero l'altra faccia delle medaglia alle pesanti accuse che vengono mosse a Ieffi. 

L’inchiesta coordinata della Procura di Roma, come noto, e condotta dal Gico della Guardia di Finanza di Roma, è stata portata a termine all’alba di giovedì con l’esecuzione della misura cautelare. A Iessi, in pratica, viene contestato di aver tentato di pilotare il lotto 6 dell’appalto del Consip, per la fornitura di 24 milioni di mascherine per contenere la pandemia da Covid-19 e per questo deve rispondere di Turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Come? Tramite la società Biocrea Agricola ha garantito la consegna di 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dalla sottoscrizione del contratto, ma ci sono stati dei ritardi, dovuti secondo la Biocrea, a questioni logistiche e di spedizione dalla Cina. 

Consip ha avviato un accertamento con l’Agenzia delle Dogane nel corso quale è emerso che nel deposito, presso al’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun, non c’erano le mascherine della Biocrea.

Da qui è stato risolto il contratto in autotutele ed è partito l’esposto alla Procura di Roma e dopo l’indagine lampo (dal 26 marzo al 2 aprile) delle fiamme gialle è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare in caricare. Nella quale è emerso anche il successivo tentativo di partecipare a un altro appalto con altra società (Dental Express H24) da 62milioni di euro per la fornitura di mascherine, guanti, camici, tute e soluzioni varie, ma c’è stata l’estromissione per irregolarità formali. 

Ora la difesa dell’imprenditore è pronta a giocarsi le carte più importanti per ottenere la revisione della misura cautelare che lo stesso Gip ha temporizzato: scade il 20 maggio prossimo. Solo dopo l’interrogatorio la difese deciderà se depositare o meno ricorso al Riesame.  
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