Ferrari, Vettel va subito all'attacco:
«Si adatta di più al mio stile di guida»

Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo
Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo
di Giorgio Ursicino
Lunedì 20 Aprile 2020, 11:11 - Ultimo agg. 22 Aprile, 20:28
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Un tempo era il predestinato anche lui. E poi, a soli 26 anni, aveva messo in bacheca quattro titoli mondiali di Formula 1, Per di più consecutivi. Roba da appendere il casco al chiodo ed entrare direttamente nella leggenda. Ma, da quel fantastico 2013, quando si portò a casa le ultime nove gare del Campionato, la stella di Sebastian non ha più brillato. O almeno non ha brillato quanto avrebbe voluto lui. Un 2014 assai duro con il quasi rookie Ricciardo che, da spalla, si trasformò in fenomeno: Daniel vinse delle gare, Seb manco una. Poi la sfida in Ferrari, come l’idolo Schumacher, il suo sogno da bambino. Cinque stagioni con diversi acuti ma pure svariati errori che hanno minato le sue certezze. Poi lo scorso anno l’arrivo del fenomeno Leclerc e un’altra stagione con pochi sorrisi, fino al botto fratricida del Brasile che non si dovrebbero mai permettersi due piloti del Cavallino. Ora è il momento della verità, perché l’ex bambino prodigio, a 33 anni, non ha il tempo di aspettare ancora la quinta corona e un’altra scialba stagione non se la può permettere, finirebbe ai margini della Scuderia.

Sebastian come pensa sia messa la Ferrari in questa stagione penalizzata dal coronavirus?

«In Spagna non siamo stati veloci come speravamo, ma normalmente fino alla gara di Melbourne non sai mai dove sei con precisione. Penso che non eravamo i favoriti per la gara australiana ma la stagione è lunga, ci sono molti gran premi. Adesso bisognerà vedere quante gare avremo. In questo momento lo sviluppo si è fermato, la fabbrica è chiusa per un motivo molto importante, quindi è ancora più difficile avere un’idea precisa delle forza in campo. A questo punto non resta che attendere».

Cosa sta facendo in questo periodo di stop forzato?

«Stando a casa si sta con la famiglia, con i figli, si mangia tutti insieme. E una situazione alla quale non siamo molto abituati, ma che ha i suoi aspetti positivi, molto piacevoli. Si socializza di più anche con gli amici, indubbiamente c’è molto più tempo per farlo».

Il lockdown ha fatto apprezzare di più alcuni aspetti? Ha scoperto qualcosa di nuovo dentro te stesso?

«Si apprezza la famiglia, normalmente non abbiamo molto tempo da dedicargli. Dopo le prove invernali in cui si fanno tanti chilometri, la prima settimana lontano dai circuiti è stata quasi piacevole, ho passato dei bei momenti in giardino. Ora serve qualcosa per riempire il tempo. No, non credo di aver per il momento scoperto nulla di nuovo dentro me stesso, ma ora mi inizia a mancare la macchina, la guida, adesso tornerei volentieri al volante. Questa non è una novità e mi sorprende relativamente. Amo le corse e sento la mancanza».

John Elkann si è azzerato lo stipendio, una cosa simile l’ha fatta Carey. Se dovessero chiederlo anche a lei come si comporterebbe?

«Parlo regolarmente con Mattia e anche con il resto del team, anche questa mattina l’ho fatto. Parliamo di tutto, quando servirà, affronteremo anche questo argomento, ma sono cose che restano fra noi. Poi bisognerà vedere come si evolve la situazione, quando ci sarà la ripartenza, se si disputeranno cinque o dieci gare o nessuna. Si parla molto dei problemi economici della Formula 1, parleremo anche di salario».

L’auto di quest’anno è più adatta al suo stile di guida?

«La macchina è migliorata, ma non sappiamo se lo è abbastanza. Nel 2019 la nostra vettura era molto veloce ma non aveva sufficiente carico, abbiamo lavorato per migliorare la situazione e ci siamo riusciti. Per capire quanto siamo competitivi rispetto alla concorrenza, però, bisogna attendere le gare e al momento non sappiamo quando avverrà. Comunque posso dire che mi trovo molto meglio con la monoposto. Solo quando ci confronteremo con gli altri sapremo esattamente dove siamo».

Pensa che la decisione di posticipare al 2022 l’entrata in vigore delle nuove regole sarà uno svantaggio o un vantaggio per la Ferrari?

«Noi eravamo in linea con il programma della futura macchina, poi è arrivato il virus ed hanno deciso di rinviare di un anno il profondo cambiamento. Per me non è né un vantaggio né un problema, la squadra è molto preparata per adeguarsi al cambio in corsa».

Quanto pensa che possa essere decisivo lo sterzo Mercedes che varia l’assetto. Binotto ha detto che ci vogliono quattro mesi per farlo. Visto che il prossimo anno è stato vietato e la stagione è in grave ritardo voi lo avete accantonato?

«Non lo so, non posso dirlo, non sappiamo neanche se lo avrebbero utilizzato in corsa. In ogni caso la Formula 1 è innovazione e il risultato si raggiunge anche con i dettagli, è corretto guardare con attenzione il comportamento di questo componente. E’ una cosa positiva ma bisogna aspettare le gare per valutare il suo reale potenziale».

Cosa pensa della battaglia legale degli altri team contro la Federazione e la Ferrari?

«Non so, è un aspetto troppo politico. Ho grande rispetto per gli avversari, ma non credo che abbiamo fatto qualcosa di illegale. Sono stato in Australia e non ero molto distratto da questo aspetto, non riguarda il lavoro sulla macchina sul quale sono concentrato. Per saperne di più forse lo dovete chiedere a Mattia Binotto».
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