Fase 2, a Napoli si riparte tra le proteste: ​anche i pastorai in strada

Fase 2, a Napoli si riparte tra le proteste: anche i pastorai in strada
di Paolo Barbuto
Lunedì 4 Maggio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:45
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La fase 2 napoletana nasce con la gioia dei runner che ritrovano finalmente un loro spazio da atleti, con l’entusiasmo dei ristoratori che s’allargano fino al takeaway, con il senso di ritrovata libertà dei cittadini che possono uscire di casa senza troppe restrizioni. La fase 2 all’ombra del Vesuvio, però, si accende anche con una sequenza di proteste e flash mob dai quali traspare tutta la disperazione per un’economia che sta collassando.

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Di buon mattino i pastorai di San Gregorio Armeno si raduneranno davanti alla serrande abbassate delle loro botteghe. Sapevano di non avere ancora la possibilità di aprire, ma avevano mandato una lettera a Conte e a De Luca: «Siamo alla frutta, per piacere aiutateci a superare questo momento con un contributo sugli affitti, con una riduzione sulle tasse locali e nazionali, con una riduzione sulle bollette». 

A quella lettera non c’è stata risposta, nemmeno un piccolo segnale, un messaggio di cortesia. Il disperato “sos” è caduto nel vuoto «così adesso tutti gli artigiani di San Gregorio Armeno piazzeranno sulla serranda delle loro botteghe un cartello - spiega Gabriele Casillo, l’architetto che tramite l’associazione Corpo di Napoli cerca di tutelare gli interessi dei pastorai - spiegando che questa strada, simbolo della nostra città e da sempre grande attrattore turistico di Napoli, è a un passo dalla morte, ci averso la definitiva cancellazione di secoli di arte e di storia».
Oggi la manifestazione silenziosa a San Gregorio Armeno, sotto forma di flash mob. In attesa di segnali su possibili aiuti che, attualmente sembrano impossibili da raggiungere per gli artigiani del presepe napoletano.

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Appuntamento alle 11 per una riunione virtuale convocata da Confcommercio Campania alla quale, secondo il direttore generale Pasquale Russo hanno già annunciato la loro adesione mille imprese. Si collegheranno online e a ciascuna sarà data la possibilità di mettere sul tavolo il proprio disagio: «Redigeremo un documento che poi sottoporremo alla Regione e alle istituzioni locali per cercare assieme una strada verso il rilancio dell’economia e dell’occupazione», ha detto Russo il quale nei giorni scorsi ha sottolineato quanto sia urgente la necessità di restituire spazio al mondo delle imprese che, fino ad ora «ha già perso un miliardo di euro».

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Più scenografica l’iniziativa messa in piedi dal comitato “2 giugno 2.0”. Si tratta di un corteo che partirà alle 19 dalla Rotonda Diaz e si snoderà lungo le strade cittadine fino a raggiungere Santa Lucia, dov’è la sede della Regione Campania. Gli organizzatori promettono che il corteo sarà effettuato nel rispetto del distanziamento sociale e che, ovviamente, ciascun partecipante indosserà una mascherina protettiva. L’iniziativa, nelle intenzioni del comitato, servirà a «manifestare tutta la frustrazione, la confusione, la rabbia per una pandemia gestita in malo modo sotto tutti i punti di vista che porterà danni enormi. I diritti fondamentali sono stati negati, il lavoro e l’economia distrutti e lo Stato non ha garantito nessuno, è mancato di fatto».

A tutti i partecipanti viene chiesto di portare un foglio sul quale è stampato l’articolo della Costituzione che, a parere del manifestante, è stato violato durante questa emergenza. Tutti i fogli portati durante il corteo distanziato saranno poi attaccati al portone della sede della Regione Campania. 
 


La protesta da parte dei titolari di esercizi commerciali è estesa in ogni area della città con varie forme. Da qualche giorno lungo la centralissima via Chiaia ogni negozio ha un manifesto sulla vetrina con il quale si comunica la prossima definitiva morte delle attività commerciali per mancanza di attenzione da parte delle autorità.

L’allarme più accorato continua a giungere dal Centro Direzionale dove tutti gli esercizi commerciali (che sono per la maggior parte bar e ristoranti) vivono esclusivamente grazie alla clientela degli uffici. In questi giorni di telelavoro gli uffici sono deserti e non ci sono clienti, così anche bar e ristoranti che avrebbero potuto aprire i battenti, sono rimasti chiusi. Stamattina tutti gli esercenti del Centro Direzionale si riuniranno e firmeranno un documento da presentare alla Regione: «Chiediamo attenzione e sostentamento finanziario per superare la grande crisi - spiega Susy Aruta che gestisce un locale assieme al fratello al Centro Direzionale - senza un aiuto economico nessuno di noi riuscirà a superare questo drammatico momento».
 

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