Milano fa la sua scelta: a luglio si sfila online. La Fashion week diventa digitale

Milano fa la sua scelta: a luglio si sfila online. La Fashion week diventa digitale
di Veronica Timperi
Venerdì 8 Maggio 2020, 07:32 - Ultimo agg. 07:40
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L'universo fashion italiano si riorganizza a partire dalle settimane della moda. La prima che avrebbe dovuto avere luogo era quella maschile di Milano a giugno, ma a causa dell'emergenza sanitaria tutto ha cambiato forma. La Camera Nazionale della Moda Italiana ha annunciato la prima Milano Digital Fashion Week per promuovere le collezioni uomo e donna per la primavera-estate 2021 che si terrà dal 14 al 17 luglio. Dimenticatevi però le sfilate tradizionali, perché la nuova manifestazione non vedrà defilé, secondo quanto annunciato dal presidente Carlo Capasa, ma sarà virtuale, incentrata sull'immagine, sui contenuti multimediali e su contributi come webinar e workshop. Per le passerelle, salvo nuove restrizioni, bisognerà attendere settembre, e c'è già chi, come Giorgio Armani, ha calendarizzato le prossime: le collezioni Giorgio Armani ed Emporio Armani (uomo e donna) saranno a settembre 2020, mentre Armani Privé a gennaio 2021, non più a Parigi ma nella storica sede milanese di Palazzo Orsini, in via Borgonuovo.

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COME LA CINA
Bisogna quindi abituarsi, nel frattempo, a fruire dei contenuti fashion via web, cercando di scorgere un po' del glam che avvolge il fashion system. Il progetto digitale della Camera della Moda nasce sulla scia di quanto fatto lo scorso febbraio, durante Milano Moda Donna, con la piattaforma China, we are with you lanciata per permettere ai cinesi, già colpiti dalla pandemia, di seguire le sfilate. In quella occasione furono oltre 25 milioni le persone che riuscirono ad assistere da remoto agli eventi. Per il prossimo luglio, questa nuova fashion week promette novità interessanti: sulla piattaforma digitale saranno presentati contenuti fotografici e video, interviste, backstage dei momenti creativi, il tutto organizzato in un calendario con slot dedicati ad ogni brand, ma anche contenuti come webinar di approfondimento su tematiche dedicate agli addetti ai lavori (solo su accredito), lectio magistralis in streaming con figure di spicco del fashion system e momenti di intrattenimento e live performance da parte dei creativi. In parallelo sarà attivata anche una sezione dedicata agli showroom. «Lo sviluppo di una Fashion Week Digitale è una risposta concreta al momento che stiamo vivendo», commenta Capasa. «Il nostro obiettivo è sia quello di sostenere la ripartenza dell'intero sistema Moda sia di raggiungere i media, i buyer e l'intera fashion community attraverso una moltitudine di contenuti, studiati per tutti gli attori del settore». «Creare una kermesse digitale è una sfida interessante per tutti noi, per avvicinarci sempre di più ad un modo di presentare diverso e, grazie al digitale, più inclusivo», dichiara il designer Jacopo Etro. Gli fa eco lo stilista siciliano Marco De Vincenzo, fedelissimo della fashion week milanese. «Credo sia un'opportunità per trovare linguaggi nuovi. Non credo sia facile, ma uscire dallo standard può far bene a molti. Le sfilate, poi, ripagano più gli spettatori in sala e meno chi le segue da casa che, però è anche il più attento e importante».

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I VERI VALORI
Comunque questo è un primo passo in attesa dell'effettiva ripartenza di tutto il sistema, fatto anche per cercare di attutire i danni e lanciare un messaggio positivo. Per effetto del coronavirus «nel primo trimestre spiega Capasa abbiamo registrato un -15% e si stima un fine anno a -30%, anche se ci auguriamo che ci sia una ripresa nella seconda metà dell'anno». Sulle previsioni post epidemia pesa anche il calo degli acquisti ipotizzato a causa degli ingressi controllati in negozio e delle procedure di sanificazione anche solo per provare gli indumenti. «Noi presenteremo per la donna quattro collezione all'anno, due per stagione, invece di sei - afferma Etro - ma questa era una scelta che avevamo già fatto prima della pandemia.

In ogni caso le collezione saranno molto più concentrate e direzionali. Si dovrà ripartire dai veri valori dell'italianità: la bellezza, l'artigianalità, la qualità». «È difficile ipotizzare come ci cambierà questo stop - aggiunge Marco De Vincenzo - la parte più scettica di me pensa che tra un anno sarà tutto come prima, con pregi e difetti del caso, quella più ottimista invece crede nella rinascita di una moda più autentica e circolare. Di certo la stagionalità nelle collezioni sarà sempre più indefinita, perché i negozi torneranno a venderle per più tempo. La trasversalità sarà la chiave».

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